Le poesie di Neri Tanfucio

Cento sonetti in vernacolo pisano
di Renato Fucini
13. edizione.
Pistoia, Tip. Cino dei fratelli Bracali, s. d.

Dèdia

Questo branco di scarabocchi fatti a ruzzoloni uno dret' all' artro li dèdio ar mi' babbo e alla mi' mamma. Poveri vecchi, 'ni vo' tanto bene!
NERI.

CARISSIMO LETTORE,

Ho sentito dire che tutti gli autori, quando stampano libri, o bene o male, c' incastrano una prefazione.
Così anch'io, per non essere da meno degli altri, mi sarei tanto volentieri alleggerito d'una di quelle discorse sbalorditoie da levare il respiro per quindici giorni; ma, venuto all' ergo, m'è parso meglio fare un bravo salto a piè pari, non sapendo davvero che pesci mi pigliare.
Avendo però trovato tra' miei fogli questo zibaldone di nuovo genere che chiamo
Sonettona, te lo regalo in luogo della prefazione. Se ti piace, bene; se no, strappalo. Ad ogni modo sarò sempre il tuo

devotissimo
NERI TANFUCIO

Prima d' entrare in ballo non farà male una lezioncina di Grammatica Pisana.
La prendo pari pari dalla Nuova Antologia del Maggio 1871, e la metto qui sotto ad uso degli studiosi.

Le differenze tra 'l volgare pisano e la lingua comune, sono di pronunzia più che altro, e non di sostanza. La R da alcuni cambiata in L: molte, filmare, giolnale, toldo, per morte, firmare, giornale, tordo ec .: la L in R: farda, repubbria, per falda e repubblica ; e cosi l' articolo il lo fanno er tronco. per esempio : 'r papa, 'r core: dicono pure quer per quel, come quer coso; cor per col, cor fagotto; bèr per bèl, bèr giudizio. La C la mangiano sempre: la 'osa, la 'orda, dio per dico, poo per poco. La O cambiata in U, mumento per momento, nun per non; a cui spesso si elide la prima n, e diventa 'un, saprei; come in alcune voci la n si accresce, per esempio 'nsenza per senza. Nei verbi gli infiniti tronchi sulla penultima, come se vi fosse l'accento grave sull'ultima vocale: parlà, sentì, vedè, per parlare, sentire e vedere: quelli in ere sdrucciolo, si accentano sulla prima, troncando sempre la ultima sillaba re, come èsse, crède, per essere, credere: così 'gnamo dicono per andiamo; vadi, facci, stiie simili; con poche altre cose, facili a vedersi da tutti.

Anche questa è fatta. Siamo all'ordine?- Sì - Dunque allegri, e avanti. -

UN BASTRÈ 'N CASA DI NERI.

SONETTONA.

Gotti. Musia!(1) (Andantino a tempo di quadriglia)

pentagramma

Sonatori. Zun-tie - rò tie-ro-ti - tà

pentagramma

Sonatori. Ta-ra - tie-ro-te-ti tia-ro-ti-tè
Gotti. Anavàn le primiere... Scutiscià. (2)
Ronde 'n cilcolo... bravi! Promenà.
Ora mi dii la mana(3) ... Tuldemè.(4)

pentagramma

Sonatori. Tie-ro-te - ti-re-tò tie-ro-ti-tè
Gotti. Gran scena.. Che arruffoni!..A vostre plà.
Nun ne vo' più: comandala 'n po'(5) te.

1 Musica. -2 Queue-de-chat. -3 Rivolgendosi alla sua signora. - 4 Tour de main. -5 un poco.

Lattone. Pfum! Gotti. Co' lattoni(1) basta, giovinotti,
'Nsennò(2) finisce(3) ar solito, lo so:
Quarcuno(4) usce(5) gonfiato da 'azzotti. (6)
Schelzi(7) di mano, Oreste, io nun ne vo' :
E 'ntendèmo(9) La canaglia. Ha ragione. Evviva 'r Gotti !

pentagramma

Sonatori. Ta-ra-tie-ro- te- ti ta-re-ti-tò
Gotti. Ha sete, sor' Ervira ? Elvira. 'Un si dii pena....
Gotti. Per amol mio deve piglia' 'n poncino
Elvira. Ma 'ni pare ?.. 'un pelmetto, (10) sol Callino.
Mi dii piuttosto un' acqua di morena.(11)
Gotti. Allora vienga, si va a be' di là.

pentagramma

Sonatori. Zun zun zun ti-e- ro- ti tie-ro-ti-tà
La canaglia. Ahu!... Ahu !(12).

pentagramma

Sonatori. Zun ti - e - rò - ti tie - ro- ti - te.

pentagramma

Ta - ta - tie - ro - te

1 Colpi dati con la mano sul cappello. -2 Se no. -3 al. - 4 Qualcuno. -6 esce. -6 pugni. -7 Scherzi. -8 non. -9 E intendiamo. -10 non permetto. -11 marena. -12 Urli di gioia.

Purgatorio. O dunque ? Agonia. Ballanzé.
Purgatorio. Che la 'omandi te? Bravo Agonia!
O 'r Gotti e Ervira? Agonia. Ènno (1) scappati via.
Gran galò... Pulgatorio... avanti... avanti.
Ciangé... ma fate ammodo... 'ascherete (2).
Una patta.(3) Putupum. Agonia. Lo dicevo ? Carolina. Ahi! mondo prete!
Lattoni. Pfum! Pfum! Agonia. Povere tube! (4) che 'gnoranti!...
Si tiri su 'r vestito 'Alorina. (5)
Strappatura. Prrrà. Agonia. Badatici, 'gnamo! (6). Carolina. Uh !... la mi' trina.
Agonia. Nun si sgomenti... Carolina. Gia! ma 'ntanto è ita!
Agonia. Gliela riucio (7) io, dorce (8) mia vita.
Basta che m'imprumetta (9)... m'ha capito?
Carolina. Si 'eti! (10) Agonia. Ah! nun resisto ar grand'amore.
Carolina. 'Ni dio si felmi! (11)...Smetta' on (12) quer dito!(13)
'Nsennò me n'ho pel male, 'n sur mi' onore...
Nun lo vede ci gualdano? stii bono.

1 sono. - 2 cascherete. - 3 una caduta. - 4 cappelli a cilindro. - 5 Carolina. - 6 andiamo. - 7 ricucio. - 8 dolce - 9 prometta. - 10 Si cheti. - 11 Le dico si fermi. - 12 con - 13 E' cosa notissima che nei halli di questo genere, i giovani galanti solleticano col dito medio il palmo della mano alla loro signora.

Agonia. Abba pazienza; 'ni 'iedo (1) peldono...
Ma doppo s'usce 'nsieme eh? crudelaccia...
Carolina. Se 'un si fa scolge' (2) viengo. Agonia. Dio lo faccia!
Parli sincera, ci posso 'ontà? (3) Carolina. Vadi franco.

pentagramma

Sonatori. Bu - zun tie-ro - ti - ta.
Agonia. È riuscita 'na gran bella serata.
Carolina. Ma si suda ! Agonia. Si 'opra; (4) io nun vo' 'orpe.(5)
Carolina. Che cardo, Gesù mio, che saponata!
Ho le 'arze(6) attaccate 'olle porpe...!
Agonia. Allora è stracca ? Smetteremo, eh ? Carolina. Si.
Agonia. Fra 'n minuto 'òmando(8) 'r Remercì...
Ragazzi, 'r parco trema....basta...alò.

pentagramma

Sonatori Ta-ta-tie-ro-ti ke (9) tie-ro-ti-tò.
Pad. di casa. Da me chi rompe paga, giovinotti.
E mi pare 'na bella polcheria (10)
Vienimmi a struscina'(11) la biancheria....

1 Le chiedo. -2 scorgere. -3 contare. -4 copra. - 5 colpe. -6 calze -7 polpe. -8 comando. -9 Steccaccia del clarino. -10 porcheria. -11 logorare

Agonia. 'N su questo 'mbroglio 'ntenditi 'or Gotti.
Noi nun ci s' entra. Remercì le dà.(1)
Tutti Bravo! viva Agonia! Applausi. Ta ta ta ta.

Firenze, 1871

1. Remercies les dames.

Ndr: Le note sono trascritte dall'edizione originale


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