Questo branco di scarabocchi
fatti a ruzzoloni uno dret' all' artro li dèdio ar mi' babbo e alla
mi' mamma. Poveri vecchi, 'ni
vo' tanto bene!
NERI.
CARISSIMO LETTORE,
Ho sentito dire che tutti gli autori, quando
stampano libri, o bene o male, c' incastrano
una prefazione.
Così anch'io, per non essere da meno degli
altri, mi sarei tanto volentieri alleggerito
d'una di quelle discorse sbalorditoie da levare
il respiro per quindici giorni; ma,
venuto all' ergo, m'è parso meglio fare un
bravo salto a piè pari, non sapendo davvero
che pesci mi pigliare.
Avendo però trovato tra' miei fogli questo
zibaldone di nuovo genere che chiamo Sonettona,
te lo regalo in luogo della prefazione.
Se ti piace, bene; se no, strappalo.
Ad ogni modo sarò sempre il tuo
devotissimo
NERI TANFUCIO
Prima d' entrare in ballo non farà male
una lezioncina di Grammatica Pisana.
La prendo pari pari dalla Nuova Antologia del Maggio 1871, e la metto qui sotto
ad uso degli studiosi.
Le differenze tra 'l volgare pisano e la lingua comune, sono di pronunzia più che altro, e non di sostanza. La R da alcuni cambiata in L: molte, filmare, giolnale, toldo, per morte, firmare, giornale, tordo ec .: la L in R: farda, repubbria, per falda e repubblica ; e cosi l' articolo il lo fanno er tronco. per esempio : 'r papa, 'r core: dicono pure quer per quel, come quer coso; cor per col, cor fagotto; bèr per bèl, bèr giudizio. La C la mangiano sempre: la 'osa, la 'orda, dio per dico, poo per poco. La O cambiata in U, mumento per momento, nun per non; a cui spesso si elide la prima n, e diventa 'un, saprei; come in alcune voci la n si accresce, per esempio 'nsenza per senza. Nei verbi gli infiniti tronchi sulla penultima, come se vi fosse l'accento grave sull'ultima vocale: parlà, sentì, vedè, per parlare, sentire e vedere: quelli in ere sdrucciolo, si accentano sulla prima, troncando sempre la ultima sillaba re, come èsse, crède, per essere, credere: così 'gnamo dicono per andiamo; vadi, facci, stiie simili; con poche altre cose, facili a vedersi da tutti.
Anche questa è fatta. Siamo all'ordine?- Sì - Dunque allegri, e avanti. -
Gotti. Musia!(1) (Andantino a tempo di quadriglia)
Sonatori. Zun-tie - rò tie-ro-ti - tà
Sonatori. Ta-ra - tie-ro-te-ti tia-ro-ti-tè
Gotti. Anavàn le primiere... Scutiscià. (2)
Ronde 'n cilcolo... bravi! Promenà.
Ora mi dii la mana(3) ... Tuldemè.(4)
Sonatori. Tie-ro-te - ti-re-tò tie-ro-ti-tè
Gotti. Gran scena.. Che arruffoni!..A vostre plà.
Nun ne vo' più: comandala 'n po'(5) te.
1 Musica. -2 Queue-de-chat. -3 Rivolgendosi alla sua signora. - 4 Tour de main. -5 un poco.
Lattone. Pfum!
Gotti. Co' lattoni(1) basta, giovinotti,
'Nsennò(2) finisce(3) ar solito, lo so:
Quarcuno(4) usce(5) gonfiato da 'azzotti. (6)
Schelzi(7) di mano, Oreste, io nun ne vo' :
E 'ntendèmo(9)
La canaglia. Ha ragione. Evviva 'r Gotti !
Sonatori. Ta-ra-tie-ro- te- ti ta-re-ti-tò
Gotti. Ha sete, sor' Ervira ?
Elvira. 'Un si dii pena....
Gotti. Per amol mio deve piglia' 'n poncino
Elvira. Ma 'ni pare ?.. 'un pelmetto, (10) sol Callino.
Mi dii piuttosto un' acqua di morena.(11)
Gotti. Allora vienga, si va a be' di là.
Sonatori. Zun zun zun ti-e- ro- ti tie-ro-ti-tà
La canaglia. Ahu!... Ahu !(12).
Sonatori. Zun ti - e - rò - ti tie - ro- ti - te.
Ta - ta - tie - ro - te
1 Colpi dati con la mano sul cappello. -2 Se no. -3 al. - 4 Qualcuno. -6 esce. -6 pugni. -7 Scherzi. -8 non. -9 E intendiamo. -10 non permetto. -11 marena. -12 Urli di gioia.
Purgatorio. O dunque ?
Agonia. Ballanzé.
Purgatorio. Che la 'omandi te? Bravo Agonia!
O 'r Gotti e Ervira?
Agonia. Ènno (1) scappati via.
Gran galò... Pulgatorio... avanti... avanti.
Ciangé... ma fate ammodo... 'ascherete (2).
Una patta.(3) Putupum.
Agonia. Lo dicevo ?
Carolina. Ahi! mondo prete!
Lattoni. Pfum! Pfum!
Agonia. Povere tube! (4) che 'gnoranti!...
Si tiri su 'r vestito 'Alorina. (5)
Strappatura. Prrrà.
Agonia. Badatici, 'gnamo! (6).
Carolina. Uh !... la mi' trina.
Agonia. Nun si sgomenti...
Carolina. Gia! ma 'ntanto è ita!
Agonia. Gliela riucio (7) io, dorce (8) mia vita.
Basta che m'imprumetta (9)... m'ha capito?
Carolina. Si 'eti! (10)
Agonia. Ah! nun resisto ar grand'amore.
Carolina. 'Ni dio si felmi! (11)...Smetta' on (12) quer dito!(13)
'Nsennò me n'ho pel male, 'n sur mi' onore...
Nun lo vede ci gualdano? stii bono.
1 sono. - 2 cascherete. - 3 una caduta. - 4 cappelli a cilindro. - 5 Carolina. - 6 andiamo. - 7 ricucio. - 8 dolce - 9 prometta. - 10 Si cheti. - 11 Le dico si fermi. - 12 con - 13 E' cosa notissima che nei halli di questo genere, i giovani galanti solleticano col dito medio il palmo della mano alla loro signora.
Agonia. Abba pazienza; 'ni 'iedo (1) peldono...
Ma doppo s'usce 'nsieme eh? crudelaccia...
Carolina. Se 'un si fa scolge' (2) viengo.
Agonia. Dio lo faccia!
Parli sincera, ci posso 'ontà? (3)
Carolina. Vadi franco.
Sonatori. Bu - zun tie-ro - ti - ta.
Agonia. È riuscita 'na gran bella serata.
Carolina. Ma si suda !
Agonia. Si 'opra; (4) io nun vo' 'orpe.(5)
Carolina. Che cardo, Gesù mio, che saponata!
Ho le 'arze(6) attaccate 'olle porpe...!
Agonia. Allora è stracca ? Smetteremo, eh ?
Carolina. Si.
Agonia. Fra 'n minuto 'òmando(8) 'r Remercì...
Ragazzi, 'r parco trema....basta...alò.
Sonatori Ta-ta-tie-ro-ti ke (9) tie-ro-ti-tò.
Pad. di casa. Da me chi rompe paga, giovinotti.
E mi pare 'na bella polcheria (10)
Vienimmi a struscina'(11) la biancheria....
1 Le chiedo. -2 scorgere. -3 contare. -4 copra. - 5 colpe. -6 calze -7 polpe. -8 comando. -9 Steccaccia del clarino. -10 porcheria. -11 logorare
Agonia. 'N su questo 'mbroglio 'ntenditi 'or Gotti.
Noi nun ci s' entra. Remercì le dà.(1)
Tutti Bravo! viva Agonia!
Applausi. Ta ta ta ta.
Firenze, 1871
1. Remercies les dames.
Ndr: Le note sono trascritte dall'edizione originale