Le poesie di Neri Tanfucio

Cento sonetti in vernacolo pisano
di Renato Fucini
13. edizione.
Pistoia, Tip. Cino dei fratelli Bracali, s. d.

Pag. 5

LXXX.
L'utima scena d'una stragedia all'Arena Federighi.

Amoroso. ...Furci tiranni ognora e sempre sonci!...
Pubblico. Benee!
Amoroso. Snuda, o codardo, il vile acciaro.
Tiranno. Oh! rrabbia!...
Nocciolaro. E chi vòr seme? nicciolaro (1).
Pubblico. Silenzio!...
Amoroso. Invano co' tuoi detti sconci

Tenti avvilir...
Caffettiere. Birra, gelati e ponci.
Pubblico. Pscii.
Amoroso. Questo brando, unqua di sangue avaro...
Campane. Din don dan...
Palmiro. Malidetto 'r campanaro!
Amoroso. Di dispregiar le tue minaccie imponci.

Pubblico. Bravoo... ammazzalo!
Tiranno. Avanti, o miei vassalli.
Palmiro. Sfòndani 'r magazzino de' liguori (2)!
Amoroso. Inutil fôra, è tardi...
Pubblico. Bravo!... dàlli!...

Amoroso. Prendi... tiranno.
Pubblico. Abbasso e' traditori!
Tiranno. Io... moro... ahi... lasso!...
Neri. Mòlte al Re de' Galli...
Palmiro. Viva 'r prim' omo... O ch'è finita?... foriii...

Firenze, 1871.

1. venditore di nocciuòle.
2. la pancia.

LXXXI.
Er Contrabbandieri smesso
e 'r Capitano di Finanza.

Saettino. Sol Giuliano... pelmette 'na parola?
Capitano. Chi siete?
Saettino. O 'un mi 'onosce? Saettino...
S'arrammenta? lo presi per la gola
Quella notte der sale, 'n Migliarino (1)!

Capitano. Che volete?
Saettino. Una 'osa (2) sola sola.
Senta: or è l'anno, viensi giù da un pino:
E 'nsenz' alie, (3), 'un c'è cristi, nun si vola!
La prova è questo gonfio allo 'ntestino....

Capitano. Fermo, fermo, ho veduto.
Saettino. Ora lei sappa (4)
Che 'r contrabbando vòr gamba siura (5),
E coll' elnia (6), ho provato, ma 'un si scappa;

Tarchè, se lei mi vòr tra' Finanzieri....
Capitano. Eeh?!
Saettino. Son' un omo, sa, 'nsenza 'mpostura,
Mi basta 'r grado anco di Brigadieri.

Firenze, 1871.

1. Foresta lungo il litorale fra Pisa e Viareggio.
2. cosa.
3. senza ali.
4. sappia.
5. sicura.
6. ernia.

LXXXII.
Dante.

Neri. L'ho letto, sai.
Cecco. L'hai letto? O che ti pare?
Neri. Te l'ho a di' giusta? 'Un ci ho capito un'acca.
N'ho letti un canto o dua così pel fare;
Ma ho smesso. O se 'un si sa quer ch'armanacca.

Da principio 'mprincipia a camminare;
Po' doppo entra 'n dun bosco, e po' si stracca;
Trova 'na Lontra (1) e lui vole scappare...
Buggerate, ti dio, le dice a sacca.

Ho letto anco la storia d'Ugolino.
Li, poi, si butta a fa' troppo 'r saccente
E a da' bottate all'uso fiorentino.

Tu sentissi che robba 'mpeltinente (2)!
O che 'un s'è messo a di', questo lecchino,
Che Pisa è 'r vituperio delle gente!

Firenze, 1871.

1. Lonza.
2. impertinente.

LXXXIII.
Li studi di Neri.

Tonino. Neri, si pòr (1) sape' 'ndove 'mparasti
A sbotra' (2) quelle rime 'n poesia?
O a scrive vèlsi (3) quando 'mprincipiasti?
Chi sa cosa darei se fussan mia!

Neri. Bella robba!
Tonino. Mi galba (4), e tanto basti,
Ma te devi esse' stato 'n libbreria,
Pere 'mparare a mente tutto 'r Casti....
Neri. Casti?!
Tonino. O ch'è roba da buttassi via?...

Neri. O senti: io 'mprincipiai da bimbettino
A studia' 'n su' cipressi di Dianella (5)
Come faceva 'r nidio un cardellino.

A Pisa po' 'mparai l'arma (6) favella
E a distingue' 'r Pretore da Guazzino (7).
Per ùtimo, vienuto a Frora (8) bella,

Mi finii d'ispira' 'n der Campanile,
All' ombra der cappello di Barile (9).

Firenze,1871.

1. può.
2. Buttar giù con facilità.
3. versi.
4. garba.
5. Casa paterna di Neri Tanfucio.
6. alma.
7. famigerato assassino.
8. Flora, Firenze.
9. Celebre vinaio fiorentino.

LXXXIV.
Er confessore.

Confessore. Seduttore! e chiedete assoluzione?
È impossibile, andate!
Venanzio. Agnamo (1), smetta;
Nun ho tempo da perde'(2), don Simone:
Già lei, lo so, fa sempre la burletta.

Confessore. Birbante....uscite!...
Venanzio. 'Un facci più 'r buffone.
Ci ho 'r principale, è tanto che m'aspetta...
Confessore. Anima rea, l'eterna dannazione...
Venanzio. O che va via?... riverendo, dia retta...

Prete sfacciato! a bestemmia' l'Etelno.
Nun ci s'arrabbia, o ar più dice "'Un lo fate."
Quello per lui, nun merita l'infelno;

E per avelli detto der mi' amore
Colla su' sèlva (4)... 'Ho 'nteso; ar sor Abate
'Ni preme più Gertrude der Signore.

Firenze, 1871.

1. Andiamo.
2. perdere.
3. Non.
4. serva.

LXXXV.
L'innocenza.

Neri. M'accostai piano piano, e...
Casimirro. Che vedesti?
Neri. Un pastorello, un bèr (1) giovanottino
Biondo, ricciuto, con celt' (2) occhi mesti,
Che sdraiato 'n sull'èlba (3) a piè d'un pino

Sonava 'r frauto...
Casimirro. E te che 'li dicesti?
Neri. Io? nulla; maladissi ar'(4) mi' destino,
A tutti l'ominacci disonesti,
E piansi d'esse' nato cittadino.

Che 'mpolta (5) nasce' ricchi e cavalieri,
Se 'r più bèr patrimonio è l'innocenza?
Casimirro. Ma che ci 'redi (6) te? Povero Neri!

Sappi dunque che 'r caro pastorello
Fu chiappat' a assarta' (7) 'na diligenza.
Neri. Ma come! lui?... quello der fràuto?
Casimirro. Quello.

Firenze, 1871.

1. bel.
2. certi.
3. erba.
4. al.
5. importa.
6. credi.
7. assaltare.

LXXXVI.
Un artro paio di Giurati in seduta.

Michele. Che fame mi rimpasto (1), Dio bonino!
E ancora 'un sèmo a nulla.
Giustino. A lei, ne vole?
Michele. Di che?
Giustino. Ma facci ammodo, ci ho un panino...
Mele, dèccole 'vi (2), ci ho queste sole.

Michele. Nun s'incomodi, prego, sol (3) Giustino...
Troppo galbato (4).
Giustino. E sa, son lazzaròle...
Michele. Felmo (5), 'r Giuri ci gualda.
Giustino. Che aguzzino!
Son bone?
Michele. Bone, quant' è vero 'r sole...
Ora ci stiantere' 'na fummatina.
Giustino. E io moio di voglia d'urinare.
Michele. To! se la pòr (6) leva', c'è la latrina.

Giustino. Rizzassi 'n sur più bello? ma 'li pare!
Michele. E allora?
Giustino. Sangue freddo e disciprina!
Finchè 'un si va 'n consiglio 'un la vo' fare.

Firenze, 1871.

1. mi ritrovo.
2. eccole qui.
3. signor.
4. garbato.
5. Fermo.
6. può.

LXXXVII.
Povero 'osino (1)!

Maria. Ti fa freddo, amol (2) mio?
Ferruccino. " Sì, mamma, tanto. "
Maria. Neri, hai sentito?
Neri. Povero 'osino!...
Maria. 'Gnamo, 'un è tempo di buttassi ar pianto,
Qui bisogna pensare a 'n vestitino.

Neri. Maria... son troppo onesto... e me ne vanto.
Come faresti te senz'un quaino (3)...?
Fèlmo, pipi, 'un ti move', stai 'n der canto (4)...
Ferruccino." Babbo, ho freddo... "
Neri. 'Un c'è legne, eh? poverino!

Maria. Che pena, ave' 'na bella 'reaturina (5),
E vedella trema' come 'na vetta (6),
Senza pote' compra' 'na brusettina!

Neri, o pelchè ti levi la giacchetta?
Neri. Nun sento punto 'r freddo stamattina...
To', fanne quer che voi, tanto m'è stretta.

Firenze, 1871.

1. Povero cosino.
2. amor.
3. quattrino.
4. canto del cammino.
5. creaturina.
6. cima d'una pianta.
7. piccola blouse.

LXXXVIII.
O pelchè nune scappa (1)?

Paolo. Lo vòi sape'? 'n de' piedi di Pio Nono,
Scapperei, Dio mi mandi 'n accidente;
Ti pare! 'un potrei sta' fra quelle gente,
Che m'avessan rubbato scetrio e trono.

E si che, poveraccio, è tanto bono!
Sotto 'r su' regno 'un c'era un marvivente
(Eccetto e' liberali solamente)
Che lui nun 'li stioccassi (2) 'r su' peldono.

Che 'nfamità, che cose! Io chiotto 'iotto (3),
Lo ripeto, entrerei drent' un vagone
(L' hanno 'nvitato tanti), e via di trotto...

Dante. Nun ti sposare a quest'inviti, Pavolo;
Prova ne sia che 'r Papa 'un fa fagotto,
Pelchè sa che 'un lo vòr Cristo nè 'r Diavolo.

Castiglioncello,1871.

l. O perché non scappa?
2. stioccare per schioccare, in questo caso suona dare con impeto.
3. zitto e lesto.

LXXXIX.
Er pescatore di 'anna (1).

Viandante. Toccano?
Pescatore. Nun gran cosa (2) stamattina.
L'acque ènno troppo tolbe (3) e 'r pescio (4) 'un vede;
Ma spero di piglia' quàrch' anguillina;
Quell'animale 'r tolbo lo riiede (5).
Viandante. N'avete presi punti?
Pescatore. Una reina
Tre mesi fa... bèr tocco che mi diede!
Creda mi spaventai, palse (6) 'na mina,
Ma si scocciò (7), peccato! e se n'andiede (8).

Ffflun (9). Ragazzi, smettèmo, Dio sagrato...!
Ffflun. T'ho visto, 'un pensa', brutto monello...!
Nun mi lassan pesca', son disperato.

Voglio un po' rivede' se ci ho 'r budello (10)...
A lei razze di 'ani (11), hanno mangiato!...
Viandante. Salute, galantomo.
Pescatore. Arrivedello.

Castiglioncello, 1871.

1. Il pescatore di canna.
2. Non molto.
3. torbe.
4. il pesce.
5. lo cerca, lo ama.
6. parve.
7. "Scocciarsi" nel tecnicismo dei pescatori, significa lo staccarsi, il liberarsi del pesce dall'amo, come incocciarsi denota l'operazione inversa.
8. se n'andò.
9. Rumore di sassi che cadono nell'acqna tirati dai monelli per molestare il pacifico pescatore.
10. budello messo per esca all'amo.
11. cani.

XC.
La tassa 'n sulla ricchezza mobile.

Neri. Scusa, Fagioli... qui come ci dice?
Fagioli. Ricchezza.
Neri. E quaggiù dreto?
Fagioli. Ar signol Neri...
Neri. Dev'esse' 'na burletta di Felice:
Con me, lo so, ci schelza (1) volentieri.

Fagioli. Disgraziato! 'un lo vedi? è l'amatrice (2),
Pel denunzia' l'entrate der mestieri...
Neri. Come! e a chi mangia pane e 'na radice?...
Fammi 'r piace' (3) rivògaci (4) tre zeri.

Fagioli. Di 'vest' azione nun ne fa 'r Fagioli:
Piuttosto, se vòi scrive' 'na prutesta...
Neri. E allora giù!... "Busca tre franchi soli (5)..."

Fagioli. E poi?...
Neri. Fàlli 'api'(6), così alla lesta,
Quand'un omo ha sfamato se' figlioli,
Che mi sàppano di' (7) cosa 'li resta.

Firenze,1871.

1. scherza.
2. la matrice.
3. il piacere.
4. Intende dire "scrivici" ed è modo dispregiativo.
5. Parole dettate da Neri all'amico Fagioli perché scriva la protesta.
6. capire.
7. sappiano dire.

XCI.
Neri alla tomba der su' babbo.

Povero vecchio! oggi finisce l'anno
Che vi veddi spira' tra queste braccia.
Voi mi baciavi tutto per la faccia
'Nsenza pote' discorre' dall'affanno.

Dio, quanto piansi! immè che nottataccia!
Chi nun ha pelso (1) 'r babbo, nun lo sanno
Cos'è 'r vedello bianco 'om' un panno...
Senti' quella su' mana diaccia diaccia...

Signore Dio! se mi ci fisso, stianto...
Dolmite 'n pace, anima bona, e presto,
Se Gesù vole, dolmiremo accanto.

Babbo, per oggi nun vi do che questo:
Una grillanda fradicia di pianto,
E la 'mprumessa di selbammi onesto.

Firenze, 1871.

1. perso.

XCII.
Un povero dottore alle 'onsurtazione gràtisse.

Malata. Sol dottore... si pole?
Medico. Avanti, sposa...
Malata. Scusi se lo distulbo...
Medico. Ah! Non fa niente.
Mi dica...
Malata. Bella stanza!
Medico. È molto ariosa.
E il suo incomodo? parli: che si sente?

Malata. 'Li dirrò... io nun son punto fiosa (1)
Anco, Dio gualdi, avessi 'n accidente...
Glielo pòr di' la socera di Rosa...
Medico: Dunque?...
Malata. O ch''un la 'onosce? è mi'parente...
Quella che prese 'vello di 'Aprona (2)...
Medico. Ma... il suo male?...
Malata. Se aspetta, glielo dìo (3).
Che donnaccia, anco lei! che bilbacciona!...

Si figuri che lui... si 'iama Erio (4),
Sfacciato! o 'un mi trattò di 'iacchierona!...
Creda, se nun arrabbio...
Medico. Arrabbio io.

Firenze, 1871.

1. ficosa smorfiosa.
2. Caprona, piccola borgata sull'Arno Presso Pisa.
3. dico.
4. Enrico.

XCIII.
E 'n gran mondaccio!

Stravizio. Come va, Rastianatte? o der tu' dito
Stai punto meglio?
Astianatte. Grazie, 'un c'è malaccio;
Ma ancora 'un posso di' d'esse' guarito.
Stravizio. E' 'n gran male marsano (1) 'r pianeraccio (2)!

Astianatte. Se tu sapessi, immè, quant'ho patito!
Stravizio. Me lo figuro.
Astianatte. Senti, è 'n gran mondaccio.
Ti piglia un male,... ancora 'un t'è finito...
Ritonfa! o la pipita o 'r carcinaccio (3).

Si 'mprincipia da bimbi co' gattoni...
Doppo: timori, fremmoli (4) migliare...
Fa cardo: mosche! è freddo: pitignoni (5)!

Stravizio. Gualda, anco Lui, quer che si mess'a fare!
Astianatte. Po', pel fini' di ròmpecci 'oglioni,
O 'un 'li viense l'idea delle zanzare!

Firenze, 1871.

1. malsano.
2. panereccio.
3. calcinaccio.
4. tumori, flemmoni.
5. pedignoni.

XCIV.
Po' poi nun ènno spesi male.

Pilade. Si, le tasse, hai ragione, ènno gravose;
Ma, credi a me, si spendan giustiziati (1)
'Nsomma 'r Govelno ha fatto di gran cose,
E ognuno pòr vede' 'n dov'ènn' andati.

Qui s'ha 'na Frotta (2) delle più famose...
Settimo. O Lissa?
Pilade. È vero! lì fummo 'ngannati;
Ma le nave restonno vittoriose,
E l'acque furno nostre, 'un c'è sagrati.

Quant' a Eselcito hai visto, eh? che montura!
Che trombe!... a fare 'n guerra 'na sonata,
Sfido l'oste a 'un crepa' dalla paura...

Qui pòi lassa' la pòlta (3) spalancata,
La tu robba e la vita ène siura (4)...
Settimo. Ma te, la lassi apelta?
Pilade. Io no, serrata!

Firenze, 1871.

1. giustificati.
2. Flotta.
3. porta.
4. sicura.

XCV.
Neri 'olla 'itarra (1)
che canta sotto le finestre della su' dama.

Neri. "Se tutti ti voléssano 'r mi' bene,
Le Sante si potrebban rimpiattare:
Ti farebban' un trono 'n sull'artare,
Eppo' ti 'anterebban (2)le novene.

Hai l'occhi lustri e der color der mare;
Colla tu' voce 'ncanti le sirene;
Chi ti vede, lo dice e se ne tiene;
Chi ti sente, 'mprincipia a sospirare.

Tutte le notte, quando 'r lume è spento,
Mi si mette 'n dell'occhi 'r tu' bèr viso,
E nun va via nemmen se m'addolmento (3).

Allora mi pal (4) d'esse' 'n paradiso...."
Inquilino. Dunque 'un ti vo' 'etare (5), eh? rompimento (6)...
Neri. Cor (7) piscio è da maiali!
Inquilino. Addio, Nalciso (8).

Firenze, 1871.

1. con la chitarra.
2. canterebbero.
3. addormento.
4. pare.
5. chetare.
6. Queste parole vengono pronunziate da un pacifico inquilino del casamento, che destato dal molesto canterino notturno, gli vuota addosso il vaso da notte.
7. Col.
8. Lo stesso inquilino che chiudendo la finestra saluta ironicamente il povero Neri.

XCVI.
La mamma bacchettona.

Bimbetti. "Mamma...mamma...s'ha fame..."
Angiola. Immè, che pena!
Dirre' tant'eresie, Dio mi peldoni.
Carlotta. Ma su' ma' (1) che 'un ce l'hanno?
Angiola. È alla novena...
Carlotta: Tremoti alla genia de' bacchettoni!

Angiola. E unni giolno, 'un c'è casi, è questa scena:
Li serra 'n casa e scappa alle funzioni;
Poi tòlna, e 'nvece di mandalli a cena,
Li mette a di' 'r rosario 'n ginocchioni.

Se li vedesse, poveri 'nnocenti!
A son di patelnostri e di pedate,
Si reggan tutti l'anima co' denti.

Senta... se per anda' su dall'Etelno
Bisogna esse' mammacce snaturate,
Pel me, vadia chi vole, io vo all'infelno.

Dianella, 1871.

1. Ma la loro madre.

XCVII.
Un raddoppio rosso 'nduna paltita a calorina (1).

Tito. Quant'arza 'vella (2) rossa?
Pallaio. Un mezzo dito.
Tito. Son capace a tira' 'r rintelzo (3) giallo.
Quant'ho?
Pallaio. Quarantasette, signol Tito.
Tito. Per l'appunto è diritta, c'è 'r rimpallo.

Su, tiràmo alla rossa; è un tiro aldito (4),
Ma se lo posso fa', son' a cavallo.
Dammi la mezza.
Pallaio. Dèccolo selvito (5).
Neri. 'Gnamo, pel carità, gualda di fallo,

Mi sòn rotto (6)...
Pallaio. E' l'ha fatto pel davvero!
Neri. Ma me, 'un mi peli più, Cristo m'accèi....
Tito. Queste ènno palle!...io sfido 'r mondo 'ntero...

Pallaio. Quarantasette e nove, cinquansei:
Dar trenta ar trentadue, dall'uno a zero.
Signori, gioan (7) più?
Neri. No.
Pallaio. Tutti lei.

Firenze, 1871.

1. La carolina, specie di giuoco al biliardo.
2. quella.
3. rinterzo.
4. ardito.
5. servito.
6. sottintendi i.... le tasche.
7. giuocano

XCVIII.
Un pentimento.

Oh! potessi tolna' (1) vent'anni 'n dreto!
E mi' pa'(2) me lo disse: "Ranierino,
Metti 'r capo a paltito, 'un fare 'r feto (3),
Chi nun sa scrive' (4) in oggi fa poino (5)."

Pul troppo (6), ragionava da profeto!...
Ma che vòi fa'? si vede c'è un destino...
E si che nun sarei punto 'ndiscreto,
Anco 'n der be'(7), lo vedi? o ponci o vino.

Ora, te mi dirrai: Che te ne vanti?
Ma, se sapevo scrive', 'r mi' Pasquale,
Dove ci ho 'alli (8), c'era 'n pal (9) di guanti.

Belle mi' filme farse (10) alle 'ambiale!
Che scoti 'r capo? L'hanno fatto tanti;
Dunque vòr di' (11) che 'un c'è nulla di male.

Firenze, 1871.

1. tornare.
2. mio padre.
3. quasi rompicollo.
4. scrivere.
5. pochino.
6. Pur troppo.
7. nel bere.
8. calli.
9. paio.
10. firme false.
11. vuol dire.

XCIX.
L'amici der cieo (1).

Maso. Hai sete, Neri?
Neri. Arrabbio.
Maso. O agnam' a bere.
Neri. Abbada n' ho poini (2)...
Maso. Pago io;
Tanto, fra noi, c'è 'r dare e c'è l'avere...
Cieco. "Povero cieo, per l'amol (3) di Dio (4). "

Maso. Se nune sbaglio... aspetta, vo' vedere...
E' lui!.... felmati (5), Neri, è un nostr' amio...
T'arrammenti? in Maremma alle miniere...
Quello tanto simpàtio ar tu' zio.

Neri. Ah! già, è Lorenzo. Povero figliolo!
Maso. Pelse (6) l'occhi...
Neri. Lo so, dopp' Aspromonte.
Com'è strafigurito dar vajolo!

Maso. O a be' si deve anda'?
Neri. Facciamo monte.
Maso. Io ci ho un franchino: o te?
Neri. N' ho mezzo solo.
Maso. Dàmoli a lui; si beverà alla fonte.

Firenze, 1871.

1. del cieco.
2. pochini.
3. amore.
4. Queste parole vengono pronunziate da un cieco che chiede l'elemosina.
5. fermati.
6. Perse.

C.
Neri e 'r su' lettore.

Neri. Sol Mevi, sèlvo suo... gli ènno galbati?
Lettore. Che cosa?
Neri. E' mi' sonetti.
Lettore. Ah!... si... 'un c'è male.
Neri. (Ohi!) Ma 'n sostanza 'ome l'ha trovati?
Parli sincero.
Lettore. È roba dozzinale.

Neri. (Ohi ohi!)
Lettore. Parecchi insulsi e stiracchiati;
La maggior parte cascan nel triviale;
Alcuni poi che roba!... io gli ho saltati:
Eresie senza scopo e senza sale.

Abbi pazienza, sai, povero Neri.
Neri. Parli, parli, ha ragione, 'un c'è che dire:
Anzi, gualdi, l'ascorto volentieri.

Lettore. Ho già finito.
Neri. O dunque stia a sentire:
Lei l'ha comprato 'r mi' libbretto?
Lettore. Ieri.
Neri. Nun si sgomenti, 'r male è di du' lire.

Dianella, 1871.

Ndr: Le note sono trascritte dall'edizione originale


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