Le poesie di Neri Tanfucio

Cento sonetti in vernacolo pisano
di Renato Fucini
13. edizione.
Pistoia, Tip. Cino dei fratelli Bracali, s. d.

Pag. 3

XLI.
Er farso aristoratio.

Lui, nun c' è Cristi, basta ave' 'r pioppino (1),
Quer farfanicchio (2) 'un rende mai 'r saluto:
Ma gualdamel' (3) un po', con quer giubbino,
Se 'un pare 'n chicco fatto 'ollo sputo?

Passa d'accanto, e ronza 'r su' frustino....
Lo saluti.... e lui, gonfia! uno stranuto:
Poi gualda 'n su e s' accomoda 'r solino.
Be' mi' lattoni, mondo e po' fottuto!

Dice, è di vista 'olta....(4) buggerate!
So che quand' ho la tuba e la 'ravatta (5)
Mi rionosce, e fa le scappellate.

Scommetto, a fare 'n pavolo (6) di latta,
Se glielo butti accosto alle patate (7),
Quello, 'un pensa', lo vede e lo raccatta.

Firenze, 1871.

1. cappello a cencio.
2. vano, scimunito.
3. guardamelo.
4.corta.
5. cravatta.
6. paolo (moneta toscana).
7. rigonfiamenti ossei ai pollici dei piedi.

XLII.
Divolzio (1) no: o dunque?

Neri. Io nun dirrò c' hai tolto (2), Foltunato;
Ma divolzio 'un lo fa', ti pentirai.
Di già, 'nfòlmati prima 'or Curato;
Ma la legge 'un l' accolda (3), lo vedrai!

Fortunato. Dunque mi toccherà mori' dannato
Con quella strega che nun crepa mai?
Neri. Prova a fàlli du' smolfie (4).
Fortunato. L' ho provato.
Neri. Serral' a chiave 'n casa.
Fortunato. La serrai.

Neri. E lei?
Fortunato. Chiamò 'r magnano quer selpente.
Credi a me, guasi tutte l'ho provate;
Ma è 'nutile, Nerino, 'un si fa niente.

Neri. Prova a stiaffalla (5) alle Marmaritate (6).
Fortunato. Nun ce l'hanno vorsuta (7) un accidente.
Neri. E allora giù! finiscila a legnate.

Firenze, 1871.

1. Divorzio.
2. torto.
3. accorda.
4. carezze.
5. rinserrarla con disprezzo.
6. ospizio nel quale si ricovrano le donne di cattivi costumi rigettate dai loro mariti.
7. voluta.

XLIII.
L' eselcizj a foo (1).

Pirro. Pel questa vorta (2) passi, olma' (3) ci sono.
Ma quest' artra (4).... pol' esse'....
Capitano. Guardavoi!
Pirro. Nun la finiscan più: vi pigli 'n tono!
Capitano. Pied-Arm {bruum) (5)....
Pirro. Ahi 'r mi' lupino (6) ohi! ohi!


L' ho avuti l' eselcizi, e 'un ti 'ogliono!
Neri. A Pirro (7) o di che brontoli? t' annoi?
Pirro. Làssami sta', mi son 'rivat' a bono.
Neri. Ci ho piace', Dio m' accei (8), pelchè le vòi!

Pirro. O senti, via!
Neri. Già! fai monta' la fotta.
Ma 'un sai che a da' que' tonfi da arrogante
C' è 'r caso di senti' scappa' la botta?

Pirro. Di già siei sempre stato uno 'gnorante.
Gualda 'n po' po' 'r pivò (9), brutta malmotta...
Nun vo' 'asi (10), ho levato 'r furminante.

Firenze, 1871.

1. Esercizj a fuoco.
2. volta.
3. oramai.
4. altra.
5. Rumore di fucili.
6. Varietà di callo del piede.
7. O Pirro.
8. m'accechi.
9. pivot, luminello del fucile.
10. casi.

XLIV.
La' iama (1).

Tenente. Tamburo!
Tamburo. Eccolo.
Tenente. Affàcciati 'n po' fòri,
Gualda se ne vien' artri.
Tamburo. E 'un c'è nissuno.
Tenente. Allora a rango: vienghin via, signori.
Dalla destra pel due!
Militi. Uno. Due. Uno.

Tenente. Tre soli! Mondo ladro, che lavori!
E unni (2) giolno è così; ma se quarcuno
Ci potesse vede'!.... Salgente Mori,
Faccia la 'iama; ho furia, son digiuno.

Sergente. Se mi pelmette orino, e po' la faccio.
Tenente. Bravo!
Sergente. Anzi lei. 'li pare, sol tenente?
Tenente. Come va le moròide (3)?
Sergente. 'Un c'è malaccio,.

Ma prudan sempre malidettamente....
O su, leggèmo un po' lo scaltafaccio (4)....
Lupi....
Un milite. 'Un s'è visto...
Sergente. Pèori (5).....
Pecori. Presente!....

Firenze, 1871.

1. La Chiama.
2. ogni.
3. le emorroidi.
4. La nota dei militi che dovrebbero trovarsi presenti.
5. Pecori.

XLV.
Er palladio.

Ufficiale. Nun pol' esse'!
Tamburo. S' accelti (1) che l' ho letto.
Ufficiale. Ma nun dirrà Palladio, hai letto male.
Di già a' su' tempi è stato un alchitetto.
E 'un usava la Gualdia Nazionale.

Tamburo. Con lei su quest'affari 'un mi ci metto;
Ma aspetti 'n po', ci devo ave' 'r giolnale...
A lei; gualdi se 'un dice 'om' (2) ho detto:
"Accolse (3) numerosa ar Funerale... "

E po' più 'n giù ci dice: «Io sono artero (5),
Di 'iamavvi (6) 'r Palladio." Ora è contento?
Ha visto, sor Armando, s' era vero?

Ufficiale. Ma questo, 'un è un discolso a un reggimento?
Tamburo. Pare.
Ufficiale. E allora è spiegato 'r gran mistero;
Lui l' ha detto pel fanni un comprimento.

Firenze, 1871.

1. S' accerti.
2. come.
3. Accorse.
4. Legge queste pa- role nel giornale.
5. altero.
6. chiamarvi.

XLVI.
La 'onsegna che nun passin fagotti.

Sentinella. Arto là! tòlni 'ndreto cor fagotto.
Agata. Se tutt' i giolni passo.
Sentinella. Oggi è proebito.
Agata. 'Gnamo, 'un facci 'r vanesio, giovinotto.
Dio gualdi (1) lo sapesse 'r mi' marito?

Sentinella. 'Li ripeto 'un si passa: ha robba sotto.
Agata. Ma dove l'ho?
Sentinella. L'ha li sotto 'r vestito.
Agata. Gualdi, mi pal davvero un gabellotto (2);
Smetta di sgalletta' (3) muso sbiadito.

Sentinella. Lei manca di rispetto.
Agata. O questa è bella!
Dunque 'un si passa?
Sentinella. No.
Agata. Ma la ragione?
Badi, se mi stizzisco, o Purcinella (4)...

Sentinella. All'alm!...
Agata. O cosa strilla, 'mbecillone?
Sentinella. Levi 'r frodo di sott'alla gonnella!
Agata. Ma 'un lo vede son gravida, zuccone?

Firenze, l871.

1. Dio guardi.
2. impiegato alle gabelle.
3. sgallettare, fare il gallo.
4. Inveisce contro il milite trattandolo di Pul- cinella.

XLVII.
La mòlte (1) d'un bimbo.

Nena. Carlo!
Carlo. Che c'è?
Nena. 'Riva di 'va (2), ma lesto...
O Dio!...
Carlo. Ch' è stato?
Nena. 'R nostro bimbo more.
Carlo. Ma come!
Nena. Vai, corri a piglia' 'n dottore...
Dèccolo li 'r cappello... immè! fai presto.

Apri l'occhini tua... gualdami, Ernesto...
Rispondi, nun mi da' questo dolore...
Velgine santa! mi si scoppia 'r core;
Sarvàtimelo (3) voi, nun ho che questo.

Pipi..., amòl' mio ti sente 'r colpicino (5)?
Ecco apre 'n occhio.... o Dio! l'ha stralunato....
Trema tutto.... fa pallido 'r musino....

Carlo!
Carlo. Dèccomi, Nena, l' ho trovato.
Nena. Carlo, marito mio, 'r nostr'angiolino...
Carlo. Zitta, nun sarà nulla.
Nena. E' già spirato!..

Firenze, 1871.

1. La morte.
2. Arriva di qua, vieni di qua.
3. Salvatemelo.
4. amore.
5. ti duole il corpicino.

XLVIII.
La mamma, 'r bimbo e l'amìa (1).

Amica. Gesù lo benedia! bèr (2) mi' figliolo!
Mamma. Che cicce, eh? gualdi sotto 'om' (3) è fatto.
Amica. Madonna! bèr calnato (4)! Ha questo solo?
Pensa, 'r su' babbo 'ome (5) ne va matto!

O di 'olpo va bene?
Mamma. È 'n oriolo.
Amica. Che amore! e 'un c'è da dinni occhi di gatto:
Gualdi 'ome l'ha neri. Ah! fulbacchiolo!
Tutto su' pa' (7), 'un c'è casi, è 'r su' ritratto.

Mamma. Lo sentisse parla', pare 'n dottore.
Dinni 'ome ti 'iami, Galibardo....
Bimbo. Uhè (8)...
Mamma. Che gnene pare?
Amica. E' 'n professore.

Oh! mi fussi 'ampato (9) 'r mi' Rinardo!...
Mamma. Nun pianga, è 'n paradiso dar Signore.
Amica. Già! ma a queste fascine 'un mi ci scardo (10).

Firenze, 1871.

l. l'amica.
2. bel.
3. come.
4. bel carnato.
5. come.
6. corpo.
7. suo padre.
8. Vagito del bambino.
9. vissuto.
10. scaldo.

XLIX.
Er duello.

Torello. Ma 'r sol Nemesio, eh, Neri!
Neri. Cos'è stato?
Torello. E' mòlto (1).
Neri. Nun pol' esse', via, Torello...
O s'ielsera lo veddi; era ar treato.
Torello. Già! ma stamani è andat'a fa' 'n duello.

Neri. Cosa mi dici! resto 'nsenza fiato.
Torello. L'ha avuta qui ner petto; ci ha 'n occhiello...
Neri. Figurati 'r su' vecchio!
Torello. E' disperato.
Neri. Pover'omo, 'un aveva artro che quello.

Ma chi è stato quer pezzo d'assassino,
Che ammazza l'innocenti a sciabolate?
Torello. Ti sfiderà anco te, bada, Nerino.

Neri. Dio lo volessi! a folza (2) di legnate,
Lo vorresti vede' lo spadaccino
Boccheggia' colle 'ostole (3) stroncate.

Firenze, 1871.

1. È morto.
2. forza.
3. costole.

L.
Neri si veste per anda' di gualdia.

Neri. Teresa, vieni 'va, polta (1) 'n bottone.
Teresa. Solo?
Neri. Tu crepi! ci vorrà anco l'ago.
Teresa. A voi, vi pigli 'r canchero.
Neri. O 'r cotone?
Teresa.L'ha pèlso (2) 'Risto! 'un sèlve (3) 'n po' di spago?

Neri. Stròzzatici!
Teresa. Ma voi, brutto stregone.
Neri. Teresia, esci di 'vi (4), 'n sennò ti pago;
Son devoto, lo sai, di san Bastone.
Teresa. Ma che ci avete, drent'ar (5) sangue, un drago?

Neri. E' ci ho.... basta, 'un lo so... Dammi 'r cappotto.
Teresa. Dèccolo.
Neri. O queste macchie?
Teresa. Enno pisciate.
Neri. Come! der bimbo?
Teresa. Già! l'aveva sotto.

Neri. Teresia, un giolno o l' artro, che legnate!
O 'r chipì?
Teresa. C'è le tòltole (6); era rotto.
Neri. Ah! le vòi? dunque to'....
Teresa. Ahi! m'ammazzate....

Firenze, 1871.

1. porta.
2. perso.
3. serve.
4. qui.
5. dentro al.
6. tortore.

LI.
Miseria.

Pietro. Rosa, ti senti male!
Rosa. Io? ma ti pare!...
Pietro. Bada, nun di' bugie, siei bianca bianca.
Dillo, via, che ti senti?
Rosa. Sono stanca.
Pietro. Ma allora smetti, ciucca (1), 'un lavorare.

Rosa. E 'r bimbo chi lo deve rattoppare?
Dianzi ha 'nciampato ar chiodo della panca....
Pietro. S'è fatto male?
Rosa. Un graffio 'n della cianca (2):
Ma te pensa alla febbre, e 'un ti diacciare.

Pietro. No, nun m'imbrogli, devi ave' quarcosa:
Ti vedo a mette' 'r filo 'n della 'runa (3)...
Rosa. Mi sento smania.
Pietro. (Ho 'nteso tutto) Rosa!

Dimmi, o 'r bimbo ha mangiato?
Rosa. Per foltuna.
Pietro. Me lo pensavo, siei tant'amorosa!
Ma te?
Rosa. Ci vòr pazienza, son digiuna.

Firenze, 1871.

1. giucca.
2. coscia.
3. cruna dell'ago.

LII.
Er gioatore di bussolotti.

Cosimo. Figlio d'un cane! e quello lì è 'n gristiano (1)?
Pel me, senti, è 'n demonio travestito:
Fa cose che nun hanno dell'umano.
Lo 'redi (2)? viensi via mezzo 'nciucchito (3).

Damiano. Ma quer lavoro 'oll' uccello 'n mano (4)!
Cosimo. Ah! 'vello (5) lì lo fa propio pulito.
Gualda, se lo facesse 'or pastrano,
Dirrei: n'ha un artro sotto, l'ho capito.

Ma 'nvece, lo vedesti? ha 'n fracche (6) a vita,
E pel di più nun ha nemmen cappello
Da potecci tene' la 'alamita (7).

Ma per me, 'r più difficile fu quello
Quando mi strinse 'r naso 'olle dita,
E mi levò du' palle dar cervello.

Firenze, 1871.

1. cristiano.
2. credi.
3. ingiucchito.
4. Si allude ad un prestigiatore, che sotto gli occhi del pubblico pelava un uccelletto per tornar poi a rivestirlo.
5. quello.
6. giubba.
7. calamita. Si crede dal volgo che molti giuochi dei prestigiatori sieno fatti per virtù della calamita.

LIII.
Er ballo 'n treato (1).

Di celto (2) 'un mi poi da' di bacchettone,
Chè se 'n chiesa ci vado è pel prudenza;
Ma 'n der vede' balla' quelle lezzone,
Pigliala 'ome vòi, nun c'è decenza.

'Ugenio (3) sèmio giusti, 'un ho ragione?
O mena 'n po' ar treato l'innocenza!
Mena e' bimbi a 'mpara' l'eduazione (4)...
E 'n gran mondo di pòlci (5), abbi pazienza.

Ma a me più rabbia me la fa la gente,
Quand'a que' sarti (6) stioccano le mane;
E loro a sculetta' tutte 'ontente.

Finisse armeno li!... vezzi... 'ollane...
E po' se viene 'n povero: "'Un ci ho niente."
Che bèr (8) mondo hanno visto le... trusiane.

Firenze, 1871.

1. Il ballo in Teatro.
2. Di certo.
3. Eugenio.
4. educazione.
5. porci.
6. salti.
7. collane.
8. bello

LIV.
E' folzaioli (1).

Io nun lo nego, è un bèr diveltimento,
E un mezzo franco è rigirato (2) bene;
Ma, se ti devo di' 'r mi' sentimento,
Mi trema sempre 'r sangue 'n delle vene.

Sarò buffo, ma guà! mi fa spavento
Vede' que' sartimbanchi, per l'arene,
Rampia' (3) 'n sulle fune, e unni (4) momento
Metter' a ristio 'r filo delle rene.

L'Omo Mosca (5), sentisti? è già crepato...
Che bèr (6) sugo, eh, vedere 'n folzajolo
Batter' un picchio e rimane' freddato!

Credi a me, se gli avéssano 'mparato
A guadagnassi 'r pane 'or (7) mazzòlo (8),
Di tant'arto (9) 'un sarebbe ma' 'ascato (1O).

Firenze, 1871.

1. I Ginnastici.
2. Impiegato.
3. Rampicare.
4. ogni.
5. Celebre ginnastico morto d'una caduta nel fare gli esercizi in pubblico anfiteatro.
6. bel.
7. col.
8. specie di martello da scalpellini.
9. alto.
10. cascato.

LV.
L'abreo rigattieri.

Ebreo. Che finezza di stoffa! che colore!
Ma che bazza! è una ggioia regalatta.
Per diecci gliela libbero di core;
Ma cinque è pocco, via, non è pagatta.

Neri. Dunque me la vòr (1) da'?
Ebreo. No, bell'amore.
Giuro per vitta mia, che l'ho compratta
Per diecci franchi, dianzi, da un signore...
Che articcolo! non par nemmanco usatta.

Neri. Pel cinque e mezzo?
Ebreo. Tiri via, la pigli.
Vuol' altro?
Neri. Piglierei 've' (2) pantaloni;
Ma, 'un vede? m'ènno 'olti (3), e po' son brutti.
Ebreo. Sono spogli fiammanti del Passigli:
Taglio di fantasia, corti ma boni:
Veda, il Peruzzi me li prende tutti.

Firenze, 1871.

1. vuole.
2. quei.
3. corti.

LVI.
Du' Giurati 'n cambera di 'onsiglio.

Giustino. Ma l'hai sentito 'r Pubbrio Mistero (1)
Quante n'ha dette ar povero 'mputato?
Boja d'un 'omo! ha fatto 'r viso nero
Per mandar' a Vorterra (2) 'n disgraziato.

Michele. Bada, quer che diceva è tutto vero.
Giustino. Questo lo so da me; ma, Dio beato!
Quand' un gristiano (3) piange e vien sincero,
Sèmo giusti, 'un dev'esse' martrattato.

Ma che ci hanno 'n der petto 'velle (4) gente,
Pel da' tant' alle gambe alle pelsone (5)
Dov'è la dignità der Presidente?

Io 'r mi' voto lo dò d'assoluzione,
Pelchè, se ha stillettato 'ver (6) tenente,
Dar su' deposto emelge (7) che ha ragione.

Firenze, 1871.

1. Pubblico Ministero.
2. A Volterra v'è uno stabilimento penitenziario.
3. cristiano.
4. quelle.
5. persone.
6. quel.
7. emerge.

LVII.
La mamma mòlta (1).

Babbo. (Pover' a noi!)
Figliuola. Pelchè sospiri tanto?..
. Babbo, rispondi; dimmelo cos'hai.
Babbo. Nulla, piccina mia (mi scappa 'r pianto).
Figliuola. Ma quando tòlna (2) mamma riderai?
Babbo. Si... rideremo...
Figliuola. E tolnerà fra quanto?
Babbo. Presto.
Figliuola. Ma dov'è andata? te lo sai.
Babbo. Io?...sì... lo so... (mi sento 'r core 'nfranto).
Figliuola. Mamma 'attiva (3)! nun ci ha scritto mai.

Se potessi sapere quando viene
'Li vorrei prepara' la festicina,
C'è le rose nell'òlto (4) tutte piene...

Ma dunque quando tòlna, eh?
Babbo. Domattina.
Figliuola. Babbo... un bacio, ti voglio tanto bene....
Babbo. (Quanto l'aspetterai, povera Nina!)

Firenze, 1871.

1. La mamma morta.
2. torna.
3. cattiva.
4. orto.

LVIII.
La legge.

Raffaello. 'Ni sta bene! l'ha fatto 'r preputente?
Dunque 'n prigione. Che ne dici, Neri?
Neri. Sfido! ma che la legge 'un conta niente?
Ch'è pelmesso 'nsurta' (1) 'Arabinieri?

Raffaello. E, credi a me, son propio bone gente.
Ma gua! 'li tocca a fare 'r su' mestieri.
Quand' a Tito 'li 'ièsan (2) la patente,
Lui doveva risponde' "Volentieri."

Neri. Lo 'redo!... O che da me nun c'ènno stati?
Glie l'ho messa 'n sur banco, l'hanno letta...
"Grazie" stiin bene.... e se ne son' andati.

Quando un omo la legge 'un la rispetta,
Lo mettere' 'n der mezz' a du' 'Roati (3),
E po' giù! 'n sulle mele la ricetta.

Firenze, 1871.

1. insultare.
2. chiesero.
3. Croati.

LIX.
'n sulla nova defolme de' solcini (1).

Marziale. Che risate s'è fatto 'on Tonino!
Lui li sumiglia a' ninnoli di latta,
Che selve(2) dar' ar primo un biscottino
Pel vede' tutti battere 'na patta.

Ma chi l'abba 'nventato 'r figurino?
Che 'ngegnacci! nemmen' a Ripafratta (3)....
Annibale. Pel me dev'esse' stato 'r San Maltino,
Quello che ponza sempre, e 'un l'ha anco fatta.

Marziale. Povera truppa! quanti selviziali (4)
T'ho visto rivoga' 'n der (5) deretano,
E loro te li vendan per regali.

Pezzi di mota! pensan' ar (6) pastrano!....
Mandin piuttosto a scola e' generali
A 'mpara' dove resta San Casciano (7).

Dianella,1871.

1. Su la nuova uniforme de' Soldati.
2. basta.
3. Piccola borgata presso Pisa.
4. serviziali.
5. nel.
6. al
7. ....!

LX.
Una 'amiciola 'n dua (1)

Giocondo. Infirzatela (2) te, fammi 'r piacere,
Rosa... 'nsennò rimane qui 'n sur letto.
Rosa. È inutile, Gioondo, 'un me la metto!
Siei guasi 'gnudo, 'un ti posso vedere.

Giocondo. Oh! buggiancàmmi! quante tiritère (3)...
O mettitela, via... po' t' imprumetto,
Se 'rivo (4) a rammucchia' quarche franchetto,
Ne 'ompro (5) un'artra subbito, 'un temere,

Rosa. Ma 'ntanto tremi...
Giocondo. Zitta! hanno picchiato.
Stai bona, 'un ti leva' mi levo io...
Chi è?...
Frate cercatore. Che Gesù Cristo sia laudato;
Povero San Francesco...
Giocondo. Caro mio,
Se cèlca di 'oglioni, oggi ha sbagliato...
Io pel mangia' lavoro... sacro Dio!

Dianella, 1871.

1. Una camiciola in due.
2. Infilzatela.
3. Discorsi lunghi e oziosi.
4. Se arrivo.
5. Ne compro.

Ndr: Le note sono trascritte dall'edizione originale

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