[01.09.2007]
Il restauro dell'Atlante celeste di Johannes Hevelius e la Biblioteca antica dell'INAF Osservatorio astronomico di Brera
21-29 Settembre 2007
Biblioteca Nazionale Braidense – Sala Maria Teresa
Via Brera 28 Milano
Con interventi di Tommaso Maccacaro, Direttore dell'Osservatorio Astronomico di Brera; Giovanni Fabrizio Bignami, Presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana e Professore ordinario di Astronomia presso l'Università degli Studi di Pavia; Viviana Molinari, responsabile del restauro dell'Atlante.
Presentazione
Promossa dall'Osservatorio Astronomico di Brera, la più antica istituzione scientifica di Milano, in collaborazione con la Biblioteca nazionale Braidense l'iniziativa ha il patrocinio del Comune di Milano e della Fondazione Cariplo, e fa parte delle iniziative promosse dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali per le Giornate europee del patrimonio 2007, con lo slogan: Le grandi strade della cultura: un valore per l'Europa.
L'evento presenta al pubblico per la prima volta dopo il recente restauro l'Atlante Celeste di Hevelius, uno degli atlanti stellari più belli e rari tra quelli realizzati nel XVII secolo.
L'Atlante Celeste, stampato nel 1690 a Danzica, è una delle massime rappresentazioni artistiche del cielo: le sue pagine, comprendenti 57 incisioni con le costellazioni (raffigurate secondo i canoni della mitologia classica), sono il punto di arrivo della spettacolare evoluzione iconografica che, durante tutto il Seicento, ha caratterizzato i tradizionali cataloghi stellari.
L'Atlante Celeste e la presentazione fotografica del suo restauro sono affiancati da esclusive testimonianze della Biblioteca antica ell'Osservatorio, oggi tra le più ricche d'Europa.
I volumi esposti rappresentano la summa del sapere astronomico occidentale: dai più antichi incunaboli, risalenti alla fine del Medioevo, fino alle opere più recenti, edite nel XIX secolo. Molti i capolavori della dottrina astronomica: le Tavole Alfonsine (il volume che guidò Cristoforo Colombo nei suoi viaggi) nell'edizione del 1492; l'Almagesto di Tolomeo e il De Revolutionibus di Copernico, i due testi da cui prendono il nome i sistemi dell'universo; il Sidereus Nuncius di Galileo, nel quale, per la prima volta, gli oggetti del cielo sono illustrati osservandoli al telescopio; i resoconti delle grandi spedizioni scientifiche del Secolo dei Lumi, solo per indicarne alcuni.
Inaugurazione: Giovedi' 20 settembre 2007 alle ore 18
Biblioteca Nazionale Braidense, Via Brera, 28 Milano
Durata: dal 21 al 29 Settembre 2007
Orari: lunedi. mercoledì, venerdì e sabato 9.30 – 13.00
martedì e giovedì 9.30 – 13 ; 14 – 17.30
Visite guidate: tutti i giorni h. 11, pomeriggi del 25 e 27 settembre h. 15
Per approfondire
IL FIRMAMENTUM SOBIESCIANUM UN CAPOLAVORO TRA I CIELI
L'atlante stellare di Hevelius è uno dei più spettacolari libri mai pubblicati, un'opera di rara bellezza in cui si fondono arte, mito e scienza.
Dal punto di vista artistico si tratta di un capolavoro dell'arte incisoria del XVII secolo; comprende 56 tavole a doppia pagina, ricavate dall'impressione su carta di incisioni su rame, raffiguranti le costellazioni così come le descrive la mitologia classica.
Le ultime due tavole rappresentano l'emisfero boreale e quello australe nella loro interezza.
All'inizio del volume una tavola raffigura il vecchio Hevelius, con in mano due costellazioni da lui scoperte, prostrato davanti ad Urania e ai grandi astronomi del mondo, nell'atto di offrire loro il suo libro.
Soltanto tre tavole (la costellazione dello Scutum Sobiescianum ed i due emisferi) ci hanno tramandato il nome del disegnatore e quello dell'incisore, rispettivamente Andreas Stech (1635-1697) e Carolus de la Haye, di Danzica. Tutte le altre sono anonime: la tradizione le vuole opera di Hevelius stesso, che altre volte aveva provveduto a disegnare, incidere e stampare da sé le splendide illustrazioni che corredano i suoi libri.
JOHANNES HEVELIUS IL BIRRAIO ASTRONOMO
Johannes Hevelius o nella sua lingua madre - il polacco - Jan Heweliusz nacque il 28 gennaio 1611 a Danzica. I suoi genitori, Abraham Hewelke e Kordula Hecker, erano ricchi birrai della città.
Dopo avere frequentato il ginnasio, studiò legge a Leida e viaggiò in Inghilterra e in Francia, dove conobbe alcuni alcuni celebri scienziati: Pierre Gassendi, Marin Mersenne e Athanasius Kircher.
Nel 1634 tornò nella sua città natale, ricoprì numerosi incarichi pubblici (nel 1651 fu anche sindaco di Danzica) e, come i suoi genitori, diventò un abile produttore e commerciante di birra.
Nel 1639 scoccò in Hevelius la scintilla dell'astronomia, scienza che divenne ben presto il centro della sua vita.
Nel 1641 egli costruì a Danzica, sui tetti di tre case limitrofe, un osservatorio privato e lo dotò di splendidi strumenti, compreso il celebre telescopio "senza tubo" (in pratica una successione di lenti montate sopra una struttura di legno) di 45 metri di lunghezza.
L'osservatorio venne visitato dai re di Polonia e, nel 1679, anche dal giovane Edmond Halley, in missione per conto della Royal Society di Londra di cui Hevelius era membro dal 1664.
Hevelius si dedicò all'osservazione delle macchie solari, studiò a lungo la Luna (è considerato il fondatore della topografia lunare) e scoprì quattro nuove comete.
Un furioso incendio, di quelli che accadevano all'epoca, distrusse nel 1679 l'osservatorio, con tutti gli strumenti, la biblioteca e l'annessa tipografia, nella quale Hevelius aveva stampato molte delle sue opere. L'anno successivo i danni maggiori erano stati riparati, ma Hevelius non si riprese mai più dall'incidente, la sua salute iniziò a declinare e morì il 28 gennaio 1687, giorno del suo settantaseiesimo compleanno.
Nel 1663 Hevelius aveva sposato la sua seconda moglie, Catherina Elisabeth Koopman, che gli fu compagna nelle lunghe notti osservative e che nel 1690 diede alle stampe, postumi, il Prodromus astronomiae e il Firmamentum Sobiescianum.
Info: Agnese Mandrino (Osservatorio Astronomico di Brera) 02-72320313
Claudia Romano (Biblioteca Braidense) 02-86460907.545
Gabriella Fonti (Biblioteca Braidense) 02-86460907.536