[22.03.2017]
Il giorno 22 marzo alle ore 18 saranno presentate nella
Sala Maria Teresa le nuove pubblicazioni (inverno 2016-2017) dell’associazione
Archivio dell’arte metafisica
Nicol M. Mocchi,
La cultura dei fratelli de Chirico agli albori dell’arte metafisica – Milano e Firenze 1909-1911, con uno scritto di Paolo Baldacci, Scalpendi editore, Milano 2017, pp. 160.
Paolo Baldacci e Gerd Roos,
Quattro storie con date diverse e una sola morale (1931, 1913, 1914, 1926), Scalpendi editore, Milan 2016, pp. 87
Martin Weidlich,
Tramonti e aurore di Alberto Savinio – Percorso meandrico di un intellettuale europeo del 900, introduzione di Paolo Baldacci, Scalpendi editore, Milano 2017, pp. 152
Interverranno:
Paolo Baldacci, Flavio Fergonzi, Maria Grazia Messina, Nicol Mocchi, Gerd Roos, Martin Weidlich
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Un particolare interesse riveste per la storia culturale e artistica di Milano, e in particolare per il museo di Brera e per la Biblioteca Braidense, la ricerca di Nicol Mocchi incentrata sulle schede di prestito librario che ci permettono di conoscere e seguire le letture effettuate da Alberto e Giorgio de Chirico, allora residenti in via Petrarca 13, tra estate e autunno del 1909 e nell’inverno 1909-1910. La ricerca di Mocchi ha permesso di integrare e meglio mettere a fuoco quanto già si era potuto ricostruire da altri documenti riguardo al fecondo periodo trascorso dai due fratelli a Milano dalla fine di maggio del ‘09 alla metà di marzo del ‘10. Protagonisti minori di questa storia, che portò alla nascita della nuova poetica e alla realizzazione, nello studio di via Petrarca, tra settembre e novembre del 1909, delle prime opere metafisiche di de Chirico (
L’Enigma dell’oracolo e
L’Enigma di un pomeriggio d’autunno), sono il conte Carlo Alberto Pisani Dossi, l’amico di famiglia che abitava in via Brera all’angolo di via del Carmine e che introdusse i due giovani alla biblioteca, e il latinista Domenico Fava, vicedirettore della Braidense, che impartì a Giorgio e Alberto le prime lezioni private di latino. Il 1909 è un anno cruciale, durante il quale, la prima lettura di
Ecce homo e quella di Gianbattista Vico, ricostruite sia attraverso i contatti di Alberto con la rivista luganese “Coenobium” sia attraverso le schede di prestito librario, si incrociano on la conoscenza di Roma e delle sue antiche rovine e l’esperienza diretta, a Brera e nella città, di Raffaello e Bramante: le prime, ridotte a sequenze archetipe e spettrali di arcate, torri e muraglie laterizie, diventeranno i vocaboli plastici della nuova pittura, mentre il cielo e il tempio bramantesco rotondo dello
Sposalizio della Vergine saranno per de Chirico gli esempi guida per la struttura concettuale delle sue opere future.
Ingresso libero