[29.06.2016]
MUSEI e STORIA
Giornata di studi
07.07.2016
Milano | Biblioteca Nazionale Braidense | Sala Teologica
in occasione di ICOM 24th General Conference Museums and cultural landscapes
La Società Storica Lombarda, la Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna e la Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi, in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Braidense e il Dipartimento di Studi storici dell’Università degli Studi di Milano hanno promosso una giornata di studi dedicata a “Musei e Storia” in occasione della “ICOM 24th General Conference Milano 2016 | 3-9 luglio 2016” che si terrà quest’anno nel capoluogo lombardo e sarà dedicata a “Museums and cultural landscapes”.
L’iniziativa, che avrà luogo a Milano presso la Sala Teologica della Biblioteca Nazionale Braidense, giovedì 7 luglio 2016 coinvolge esperti, studiosi, direttori e conservatori di istituzioni italiane ed estere deputate alla conservazione, tutela e valorizzazione di collezioni museali che illustrano e approfondiscono la storia dall’antichità ai giorni nostri. Il progetto vuole chiamare a discutere le esperienze più nuove e interessanti nell’ideazione, nella progettazione, nella realizzazione e nella comunicazione di mostre fisse e di esposizioni temporanee dedicate a temi storici, per valutare le strategie di valorizzazione e divulgazione dei musei storici. In questo senso le tre Deputazioni intendono rispondere a quello che è uno tra i loro primi compiti, vale a dire la promozione delle conoscenze storiche tra il grande pubblico degli appassionati e non solo degli studiosi.
PROGRAMMA
9.00-13.00
Introduce Luigi Orombelli
Società Storica Lombarda
Presiede Maria Luisa Betri
Dipartimento di Studi storici – Università degli Studi di Milano
Philippos Mazarakis-Ainian
National Historical Museum (Atene)
Roberto Balzani
Sistema Museale di Ateneo – Università degli Studi di Bologna
Luigi Mascilli Migliorini
Musei napoleonici
Zeev Gourarier
MUCEM Musée des Civilisations de l’Europe et de la Méditerranée (Marsiglia)
Maria Canella
Le mostre storiche del Comune di Milano
Josep Bracons Clapés
MUHBA Museu d’Història de Barcelona
Camillo Zadra
Museo Storico Italiano della Guerra (Rovereto)
14.00-18.00
Introduce Maria Goffredo
Biblioteca Nazionale Braidense
Presiede Angela Donati
Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna
André Wavre
MIR Musée International de la Réforme (Ginevra)
Giorgio Montecchi
Museo del Risorgimento di Modena
Paolo Galimberti
Musei dell’assistenza e della sanità a Milano
Gennaro Rispoli
Museo delle Arti Sanitarie e di Storia della Medicina (Napoli)
Angelo Marchesi
MUST Museo del Territorio Vimercatese
Bianca Passera
Museo Didattico della Seta di Como
Emilia De Simoni
Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (Roma)
Il tema della divulgazione del patrimonio storico è da anni oggetto di analisi e di approfondimento, anche se in Italia le strategie legate a questa fondamentale funzione sono in ritardo rispetto alle esperienze del Nord e del Centro Europa. I musei italiani hanno puntato più sulla ricchezza del loro patrimonio storico-artistico, che sulla capacità di rendere fruibile tale patrimonio a un pubblico molto vario, ma sicuramente attento, come dimostrano le statistiche sulle presenze ai musei. In particolare i musei storici, che saranno al centro delle giornate di studio, devono necessariamente aggiornare tali strategie di comunicazione e divulgazione affinché il patrimonio conservato dalle istituzioni divenga messaggio condiviso e consapevole da parte di un’utenza sempre più vasta.
La divulgazione è infatti un processo di mediazione, paragonabile alla traduzione, che non avviene però tra due lingue diverse, ma entro uno stesso codice tra livelli linguistici differenti. Tutto ciò presuppone l’analisi attenta e la conoscenza particolareggiata del pubblico (nelle sue caratteristiche anagrafiche, di provenienza geografica, di genere, di livello culturale, di scolarizzazione, di interessi ecc.), se si vuole che la trasmissione del messaggio e la comunicazione del dato storico abbia successo. Pertanto la scelta dell’argomento, del taglio storiografico, dell’iconografia, dell’allestimento, degli strumenti multimediali, è fondamentale, ma non sufficiente, perché la divulgazione sia efficace. Occorre prospettare i problemi in maniera critica e originale, ma adattando il messaggio alla tipologia del pubblico e utilizzando un linguaggio chiaro, comprensibile e lineare per il destinatario.
Fin dagli anni Trenta del Novecento, storici come Arnaldo Momigliano si sono posti la questione dell’“uso pubblico della storia”, condannando l’asfittico rapporto tra mondo della cultura e società, la totale indifferenza verso quella che veniva già da allora definita “divulgazione storica”, la colpa di una parte della “corporazione degli storici, disinteressata e incurante della diffusione delle proprie idee”, nell’aver lasciato la diffusione della storia “in mani maldestre d’incompetenti o di persone incolte e disinformate, che sono causa di errori e travisamenti, che circolando liberamente sedimentano un distorto e fasullo senso comune storiografico”.
Al contrario, oggi, è un valore condiviso il fatto che il ricco patrimonio storico, documentale e archivistico del nostro Paese può trasformarsi da problema a opportunità. È stato a lungo vissuto come un problema; tanto che l’esigenza di preservare l’integrità, garantire la salvaguardia e favorire la consultazione di tale patrimonio ha indotto le singole istituzioni proprietarie a svolgere nel corso degli anni una costosa attività di conservazione delle fonti custodite e presenti sul nostro territorio.
Questo modo di operare ha privilegiato molto spesso la pura conservazione dei contenuti del singolo museo, senza pensare ad utilizzare il patrimonio storico come strumento al servizio di più ampi progetti di diffusione della conoscenza e della discussione su tematiche di cruciale importanza per la storia, la società e la cultura del Paese. Allo stesso tempo, progetti pur rilevanti di diffusione della conoscenza e della cultura sono stati gestiti prescindendo completamente dal patrimonio di testimonianze materiali che avrebbero potuto aumentarne il successo e l’efficacia presso il pubblico.
Per questo il problema può trasformarsi in opportunità, ovvero in strumento per la diffusione della cultura storica nel nostro Paese.
La fitta trama di contenuti racchiusa nei singoli musei, la condivisione e il confronto di esperienze fra i soggetti custodi della memoria storica costituiscono infatti una “opportunità” per fare del patrimonio storico-artistico la chiave di volta per lo sviluppo della cultura storica e per la sua diffusione presso fasce sempre più ampie della popolazione. Aprire i musei storici a più ampi progetti culturali, impiegare l’oggetto museale come elemento che faciliti la diffusione, la comprensione e la completezza di tematiche storiche, scientifiche, artistiche, religiose, politiche, significa ampliare l’orizzonte conoscitivo e l’accesso alla cultura a fasce di utenti più ampie e nel contempo creare le premesse per una piena “valorizzazione” del comune patrimonio storico-culturale.
Finalità della giornata di studi è quella di sostenere e sviluppare progetti di diffusione della conoscenza e della cultura storica a fasce di utenti più ampie entro il nostro Paese.
In questo processo di diffusione, il patrimonio materiale rappresentato dalle fonti storiche, artistiche e documentali può rivelarsi come una fondamentale risorsa volta a sviluppare nuova conoscenza e adatta a favorire una maggiore diffusione e una più facile comprensione delle tematiche affrontate.