[06.01.2015]
Dalla terra alla tavola, vita in cucina
Quarto ciclo di incontri su Cibo, storia e società
Ottobre 2014 – marzo 2015
11 febbraio 2015, ore 18.00 – Biblioteca Nazionale Braidense, Via Brera 28 Milano
«Tramare» fra cibo e letteratura. Le parole sono un fantastico banchetto...
Incontro con lo scrittore Roberto Carretta e letture di Irene Carretta
In fin dei conti l’arte culinaria in cosa consiste? Come ogni arte fonda, in parte, il proprio agire su un inganno. Letterariamente, romanzescamente, potremmo affermare che il suo scopo è presentare creature morte addobbate con i colori della vita. Offrirle allo sguardo, prima che al gusto, guarnite, agghindate col massimo della seduttività e della finzione… rivestite dei colori della vita. Proseguiamo in questo spostamento prospettico, portiamoci alle spalle dell’azione… del crimine. Le spoglie mortali di cadaveri eccellenti – fagiani, storioni – sono guarniti e nuovamente vestiti con livree della loro “esistenza terrena”. Pensiamo ai “trionfi” dei banchetti medievali: piumaggi multicolori, portate ridondanti, sontuose, allestimenti scenici che si avvalevano dell’opera di facitori quali, ad esempio, nientemeno che il Buontalenti.
Questa analogia non è una provocazione, ma un concetto ricorrente nella critica letteraria. D’altronde, pochi riti sociali attraversano con tale trasversalità e pregnanza di significati la storia umana e la letteratura.
Ovidio si chiedeva: “Perché tanta fame di cibi proibiti?”. Proprio perché sono “proibiti”. Il cibo è la molla dell’agire umano e romanzesco di tanta vita reale come di tanta letteratura. Nelle fiabe il cibo è sia il movente sia l’espediente d’infinite trame. Attraverso un alimento si affattura, si ammalia, si uccide, ci si trasforma acquisendo poteri sovrannaturali…
Il banchetto è il momento topico durante il quale si consumano vendette, si ordiscono trame, affinano strategie criminali, dinastiche, amorose. E’ il momento centrale dell’intreccio, scenario iniziale e conclusivo di molte vicende. Pensiamo, primo fra tutti, al più grande, Shakespeare, e, fra le tante sue opere nelle quali ciò avviene, al Macbeth.
Di raffinati gourmant e sottili investigatori è “farcita” la letteratura gialla, poliziesca: Nero Wolfe, Hercule Poirot quanto i loro creatori Rex Stout e Agatha Christie… tanto per cominciare, offrendo solo un “classico” antipasto.
Ingresso libero.
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