[10.04.2005]
Una fraterna amicizia: Trilussa e Mondadori
Dal 14 aprile 2005 al 30 aprile 2005
Orario:
lunedì - venerdì 9.30 - 17.30
sabato 9.00 - 13.30
Informazioni:
Claudia Romano Tel. 02 876607 - 02 86460907
Enti organizzatori
Fondazione Mondadori
A. Mondadori Editore
Biblioteca Nazionale Braidense
Ufficio stampa
Claudia Romano
Presentazione
La mostra Una fraterna amicizia: Trilussa e Mondadori resterà aperta fino al 30 aprile. Saranno esposti i materiali della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori che – insieme ai fondi archivistici di Roma – sono serviti per l'allestimento del recente «Meridiano», curato da Claudio Costa e Lucio Felici, che raccoglie Tutte le poesie di Trilussa con revisione dei testi e ampi apparati di note, commenti e saggi introduttivi. Oltre a una scelta di autografi delle poesie e di lettere che appartengono alla trentennale corrispondenza tra autore ed editore, saranno in mostra edizioni rare, traduzioni in milanese e in bresciano di poesie trilussiane, possedute dalla Biblioteca Braidense, disegni del poeta e di famosi illustratori dei suoi libri.
Dal saggio introduttivo di Claudio Costa a Tutte le poesie: Trilussa: ars et labor di un poeta:
Trilussa ha una sensibilità acutissima per l'architettura del libro, per il clima che in esso si respira complessivamente e nelle varie parti; e quelle poesie nate isolate, disgregate, sparse sulle più diverse testate (una volta uscita, per dire, sul «Messaggero» di Roma, una sua composizione poteva venir ripresa in pochi giorni su altre dieci, venti testate italiane e nei mesi successivi comparire anche in diversi giornali in italiano pubblicati all'estero), quando l'autore le raccoglie, le seleziona, le rivede in funzione del libro, diventano altra cosa. Anzitutto diventano libro; e poi in esso ognuna acquista valore di elemento costruttivo. Accade, in proporzione nel macrocosmo del libro, quello che avviene normalmente nel microcosmo del singolo testo, in cui ogni verso si dispone ordinatamente a creare un effetto generale, con alcuni elementi in posizione chiave: l'incipit, l'explicit, la rima. Così pure nel libro di poesie trilussiano sempre la prima e l'ultima poesia hanno un valore pregnante; e acquistano significato rilevato dalla posizione stessa assunta nella struttura generale anche certi componimenti posti sulla rima di una sezione interna, certe intere sezioni collocate per esempio al centro geometrico di un libro.
Si tratta di un territorio tutto da perlustrare, di una critica delle varianti costruttive da affiancare a quella delle varianti testuali: perché Trilussa variò nel tempo gli edifici dei suoi libri, cambiando l'ordine delle poesie, mutandone le aggregazioni in sezioni, spostandone alcune da un libro ad uno nuovo la cui temperie doveva sembrargli ora più adeguata. E finì per inventare tra le poesie successive di ogni suo volume una ragione di concatenazione, per legarle con un filo occulto che le rende necessarie lì dove si trovano. Se ci è familiare il filo occulto che lega i sonetti del Belli a priori nell'ordine della loro creazione, così dovremmo imparare a cercare quel collegamento nascosto che Trilussa dette a posteriori alle sue poesie così da generarne una dispositio che ha funzione strutturale assegnando ad ogni testo una posizione che ha valenza semantica. Niente in quest'ambito del lavoro poetico di Trilussa ha qualcosa di casuale.