Il Testo unico di pubblica sicurezza, risalente al '26, prevedeva agli articoli 111 e 112 la possibilità di disporre il sequestro e il ritiro dalla diffusione di scritti, disegni, immagini "contrari agli ordinamenti politici, sociali od economici costituiti nello Stato o lesivi del prestigio dello Stato o offensivi del sentimento nazionale".
Le biblioteche furono interessate da una procedura dettagliata istituita
dal Ministero dell'educazione nazionale che si concretizzò nella creazione di un fondo
librario particolare denominato "Riservata politica".
Ricevuta la segnalazione dell'opera da sequestrare se ne dovevano estrarre le schede descrittive dai
cataloghi, ritirare il libro dai magazzini e riporlo nella sezione speciale, specialmente custodita.
L'individuazione delle opere da sottrarre alla
lettura, come si puņ verificare dalle poche pagine esposte dell'inventario, rispose sia a
criteri politico-ideologici che a criteri riferibili alla morale.
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Il provvedimento di sequestro per le opere ritenute non adeguate alla morale
del periodo non era inappellabile.
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Le alterne vicende del romanzo L'elefante di Sem Benelli, escluso, riammesso e di nuovo escluso della lettura dal maggio 1937 al novembre 1938. |
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La nuova revoca. |