Lettera ad Angelo Brofferio. [Genova], Carceri S. Andrea, 7 lug. 1857

di Jessie White Mario (1832-1906)

Inviata del Daily News, si interessò alla situazione politica italiana. Nel 1856 su sollecitazione di Mazzini, iniziò la ricerca di denaro per la causa italiana. Coinvolta nel moto mazziniano di Genova, fu arrestata il 4 luglio 1857, con altri patrioti, con l'accusa di essere fra gli organizzatori della spedizione di Pisacane nel Sud d'Italia. Rilasciata il 14 novembre sposò poco dopo a Londra Alberto Mario.

Collocata al n. 1178 dell'Album di beneficenza, il 12 mag. 1858

Preg.mo Avvocato Brofferio,

Io vi ringrazio cordialmente per la vostra del 5 corrente che ricevo oggi. Mi era impossibile di seguitare i consigli del vostro e del mio Gabinetto, senza transigere la mia dignità, senza macchiare l'onore d'Inghilterra.
Volete ringraziare il ministro Rattazzi per il suo rincrescimento di dovermi tradurre sullo scanno degli accusati? Assicuratelo che io non domando meglio - almeno saprò di quale delitto son accusata. Se il mio amore per l'Italia, i miei deboli efforti [sic] in Inghilterra per aiutare la sua indipendenza, possono essere chiamati delitti nello Stato del "Campione d'Italia" io son pronta a soffrire la massima pena che piacerebbe al "Re Galantuomo" d'infliggermi. Per me, questi fatti non son delitti, ed ecco il perché io non voleva accettare una fuga ignominiosa che poteva far credere che io arrossisco per il mio lavoro.
In quanto ai consigli del Console Inglese non risponderò che con disprezzo. Io, soggetta Inglese, munita di una passaporta [sic] Clarendon, aveva il diritto di veder il consule [sic] e di apprendere da lui perché mi era mandato l'ordine di partire. Ma lui, poverino tremante, prosternato, e spaventato, ha dimenticato i suoi propri doveri ed ecco il perché non andrò a lui per imparare i miei.
In questo momento mi è giunta la vostra lettera al Signor Mario. Mi rincresce per tutto il vostro incomodo sul conto mio. Io credeva, che qui, come in Inghilterra, l'accusato aveva il diritto di prender consiglio del suo avvocato; ora che so il contrario vi prego di credere che mi sottometterò intieramente alla legge. Quando sarà giunto il momento dei dibattimenti sarò riconoscente per i vostri buoni servizi che voi mi avete offerti con tanta bontà.
Mi duole che il Ministro vi ha parlato, non solamente della mia volonta [sic] di rimanere ma anche della continuazione in me di atti rivoltosi. Son sicura che se lui vuol prender informazioni sopra la mia condotta, dal primo momento del mio arresto, in casa, fin adesso, troverete che in nessun caso ho dimenticato il mio dovere.
Del resto sono trattata con tutti i riguardi. Son convenevolmente alloggiata e le persone che mi avvicinano son buone e cortese [sic]. Il Signor Direttore è una persona egregia e di ottimo cuore, il giudice che dirige i miei esami è franco e leale. Per questo [sic] riguardi vi prego di assicurare il Ministro che io son riconoscente, ancor più perche [sic] ed egli ed io sappiamo bene che se era la buon volontà del Governo Sardo di trattarmi colla massima severità con quale gli arrestati possono essere trattati la legazione Inglese non apparebbesi.

Intanto o Signore credetemi con tutta stima e gratitudine

Vostra
Jessie Meriton White

Scusate ve ne prego tutti gli errori di questa mia lettera mi duole assai in questo momento la mia ignoranza della vostra bellissima lingua



Trascrizione a cura di Carla Giunchedi.


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