Gian Giacomo Trivulzio (1774-1831) a Leopoldo Cicognara (1767-1834)

Carteggio Cicognara 117

Mil[ano] 18 sett[embre] 1829

C[aro] A[mico]

Oggi ricevo la cara vostra del 14 da Bologna ed oggi rispondo. Le leggende del mio giuoco di carte sono tutte diverse l'una dall'altra e sembrano tratte dal Codice delle Pandette o da qualunque altro libro di Leggi. Per darvene un esempio vi trascriverò qui le Leggende che trovansi sul nove di cuori e collo stesso ordine e colla medesima ortografia dell'originale, ecciò vi serva di regola.

Iure naturali Publica Res
communia Universi
tatis
Res nullius Res singulo[rum] Reg[u]l[a]e acq[ui]sit[i]o[n]is
Feraru[m] bestia[rum]
Regul[a]e Regul[a]e pavonum Regul[a]e gallinarum
apium cervo[rum] et anserum
Columba[rum]
carta 1 recto

Da ciò vedrete che mi [cassato] è impossibile che io indovini quale sia la leggenda che non capite, dai tre facsimili che vi vi ho mandato= Pettine Stemma e Ghianda. Basterà che me ne accenniate qualche parola che ve le copierò di nuove. Il Pesce la Iniuria qualiter comittit. (credo significhi=committitur). Quel Tempus legatorum che sta sul mandatovi Soffietto credo che indichi il tempo da instituire o adempire i legati. Le altre leggende sono quali le avete intese.

Quelle del Re di cuori è inleggibile perché affatto rosa dal tarlo.

L'alveorum regula che sta scritto sulla Corona ai piedi del Re di coppe credo significhi la regola dei fiumi o dei canali. Lo scritto che sta sopra la figura che serve di rovescio alla Scrofa puo [sic] intendersi tutto fuorchè le prime lettere mangiate dal tarlo. Eccovelo

M.... Hanss (sembrano lettere tedesche)
(forse secunda) … p[o]ena tertia p[o]ena quarta p[o]ena quinta p[o]ena
sexta p[o]ena septima p[o]ena.
Res est plena ioci res est miranda profecto:
Ordine si cunctas picto pictas mate leges.
Et decreta patrum commemorare potes.

carta 1 verso

La voce Pictorma non trovasi ne [sic] sul Forcellini ne [sic] sul Du Cange e non so che cosa si voglia dire. Il motto tedesco ch'è sopra la Scrofa pare che dica: tu pasci la porca.

Se volete altri facsimile ve li manderò; ma di leggende lunghe non v'è che quella che di sopra vi ho scritto. Gli stemmi che servono di rovescio sono altrettanti quanti sono i Pali e non hanno alcuna figura che li sostenga. Essi portano tutti o una Corona o un Berretto principesco o una Mitra.

La sentenza da voi data alla nuova Vita di Raffaello è giustissima e da par vostro: troppo e troppo poco. Così mi pare che si pensi di essa ancor qui generalmente e che si riconosca lo spirito di speculazione che l'ha fatta tradurre, illustrare e stampare. Tutti quei proprietari di Raffaelli autentificati dalle note di quella traduzione mi fanno ridere; e voi avete ben ragione di lagnarvi d'essere in certo modo compromesso.

Circa al mio Dittico vi dirò che ad altri era pur nato il sospetto che le due tavolette appartenessero a monumenti diversi: ma il pregio egualissimo in entrambe, l'uguale grandezza, lo stile del lavoro mostrano abbastanza che il sospetto è temerario. Ma anche supponendo che fossero due parti di monumenti diversi, la tavoletta dove avvi l'iscrizione AC TRIVMFATORI sarà sempre la prima, ossia la superiore come ne indica il fregio; perciò è impossibile che vi fosse una leggenda anteriore quindi quel misterioso AC sarà sempre inesplicabile se non prendesi altra via. Ma supponete che quella figura che chiusa in una ghirlanda è sostenuta da due Vittorie rappresentanti le Città di Costantinopoli o sia l'emblema dell'Impero e perché non potrebbe desso supplire al nome della Città cui sia egualmente che all'Imperatore quel monumento dedicato? Voi leggereste allora correntemente A Costantinopoli ed al perpetuo triumfatore ne [sic] quel benedetto AC vi darebbe più alcun fastidio.

carta 2 recto

Più difficile è ad interpretare quel Protice della seconda tavoletta. Il mio povero Mazzucchelli non vedendo il nome del Console in altra parola della bipartita iscrizione ne [sic] essendovi luogo e sospettura che ne fosse stata tagliata qualche parte credeva che appunto in quel Prot. fosse accennato il nome di Protogene, che fu console nel 449, se non erro. Avvertite che nel monumento quelle due ultime lettere sono incertamente scolpite sicchè si può leggere egualmente Protice, che Protig che più si avvicina a Protog; ne [sic] vi sarebbe da meravigliarsi gran fatto di un errore ortografico scolpendo Protigene invece di Protogene se si suppone il monumento eseguito in Oriente.

In aggiunta voi vedete nella voce Triumfatori la lettera F tener luogo del PH. Vi fu ancora chi ha sospettato che il mio dittico fosse già l'Alfa e l'Omega ossia il principio e la fine di un monumento simile a quello pubblicato nel Gori (Thesau. Veter. Diptychorum T. III Tavole IV p. 32) e che serve di coperta ad un codice Vaticano.

Per verità ivi trovasi qualche somiglianza colle tavolette del mio Dittico ma ancora maggiore ne troverete osservando nello stesso Gori (tomo II tavola I) il monumento che ivi vien chiamato Dittico Barberino e che nell'illustrazione è battezzato επινικιον o victoriale il che conviene perfettamente al mio. Vi prego osservare attentamente quel libro e dirmene il parer vostro, togliendo od accrescendo quello che vi piacerà alla Dissertazione che avete letto sul mio Dittico nell'Ateneo di Venezia e che con comodo mi manderete.

carta 2 verso

Nel Dittico Barberino non v'è scolpita leggenda alcuna e solo in una parte ove il monumento è mancante trovasi dipinto in oro il nome dell'Imperatore Costanzo. Nel mio le Leggende mostrano che è dittico consolare e all'Imperatore dedicato. Ma basta di ciò. Ora tocca a voi a decretare su quel monumento giacchè mi fate ridere quando mi scrivete che bramate intendere il mio avviso. E che volete ch'io parli dinanzi a voi? Mi credete voi così bestia da non conoscere che voi siete il Maestro ed io il Discente?

Mi rallegro con voi de begli acquisti recentemente da voi fatti. Il M[archese] Malaspina che fu contentissimo di vedervi a Padova e a Vicenza mi aveva già parlato di quella stupenda lamina d'ottone che vi farà fare nuove ricerche sull'incisione in rame. M'informero [sic] se sia vendibile il Catalogo delle stampe del Malaspina; ma credo più spiccio il chiederne un esemplare per voi al proprietario medesimo la prima volta che il vedrò. Mi è rincresciuto di non avervi veduto in quest'anno ma con tanti progetti di viaggio ho finito a girar sempre intorno la nostra Cupola senza perderla giammai di vista.

Il mio più lungo viaggio fu l'andar a Bologna per un giorno. Mi da pena quella eterna vostra gotta; e già ho perduto la fede in quel rimedio che vi ho consigliato giacche il povero Roberti sta peggio che mai. è vero che in Lui è malattia ereditaria.

Mia moglie è stata molto meglio in questo che negli anni scorsi; essa vi saluta e così pure mio figlio. Tutti vi preghiamo di rammentarci all'amabile vostra Moglie porgendole i nostri complimenti. Ricordatevi che ogni volta che mi scrivete mi fate il più gran piacere del mondo e che sarò sempre il vostro aff.mo amico Trivulzio.

P.S. Crederei che quel pezzetto mancante nel mio Dittico vada letto non già Perillustris ma bensì Vir illustris

Trascrizioni a cura di Carla Giunchedi.



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