di Emilio Praga
Oh tesor negli scrigni giacenti,
oh dovizie all'azzardo diffuse,
e cui spesso sbadata profuse
una man che ignorava il dolor!
Oh metallo alle belle indolenti
tramutato in tessuti e in gioielli,
mentre intorno mieteva fratelli
la miseria suffusa d'onor!
Ecco un cadavere
d'adolescente
guardate, è un pallido
volto soffrente:
vi brillò un' anima
fervida, pura...
la spense il turbine
della sciagura.
Artista, e povero,
lottò sperando,
fìoria già il lauro
sognato, quando,
svaniti i fascini
ad uno, ad uno,
alla sua soglia
picchiò il digiuno...
Si spense... -O martire!
riposa in pace;
presso il tuo feretro
non splende face,
ricusa il tempio
questa tua salma,
che importa? al carcere
sfuggita è l'alma! -
Addio pennelli, tavolozza addio
sacra all'oblio!
È morto il giovinetto,
che al vostro fido aspetto
gloria sognò, sognò giorni felici!
Addio corse alle selve, alle pendici
ispiratrici,
addio dell'arte amori
coronati di fiori:
siete larve abbaglianti e ingannatrici !
O fuggito alle infamie del mondo,
vola, vola, ti bea nel sereno,
coraggioso, che il calice pieno
hai gettato alle spine del suol!
Or, dal cielo, tu, artista giocondo,
alle tele incompiute sorridi,
e dell'arte degli uomini ridi,
dipingendo coi raggi del sol!