Lettere a Luigi Bodio

di Carlo Dossi

n. 1

Di casa 23.11.83

Illustre amico, i due simpatici africani sono meno ospiti di Antonelli e della Società geografica che dell'Italia: ô quindi ben naturale che tutti coloro i quali s'incaricano di fare il portavoce delle varie opinioni nazionali e di tenere al corrente il paese di ciò che più l'interessa o lo dovrebbe interessare, se ne occupino. Se questo non avvenisse, sarebbe il caso di lamentarci di una antipatriotica e quindi colpevole indifferenza della stampa.

Aggiungerò, forse perché anch'io appartengo (e questo ho per onore) alla classe di chi più facilmente e frequentemente si esprime col piombo che non colla voce, come io non sappia vedere intrinseca differenza tra la quotidiana conversazione che fa un giornale col pubblico e quella che si scambia in un salotto d'amici. Impensierirsi, oggi, perché qualcosa va per le stampe, gli è come commuoversi perché taluno vada in America, non più nuovo mondo.

D'altra parte, se si vuole che le officine romane e non romane si aprano volenterose a que' nostri due simili dalla tinta un po' scura, non c'è chiave migliore di quella del giornalismo. Niente si fa per niente; ed anche gli entusiasmi geografici per Danie o Nakarie mirano a frutti avvenire, dinanzi ai quali qualunque più grave usura impallidisce. Con una innocentissima riga di giornale - di cui domani nessuno si ricorderà più - noi possiamo ottenere e per essi e per noi, presso i nostri fabbricatori, migliori accoglienze che non con tutte le raccomandazioni ministeriali. Perché non approfittarne?

Detto ciò a titolo di licenza poetica, mi procurerò stamattina stessa l'onore di visitarLa, per conoscere se, consentendo ciò Antonelli, potrò domani far da guida per Roma ai nostri due giovani amici.

Con affezione pari alla stima, che è altissima, mi ripeto Suo Alberto Pisani Dossi

1 f. doppio, mm. 208 x 135, scritta la c. 1rv, 2r


n. 30

Dosso Pisani (Como), 1.12.1902

Illustre amico, Prendo nota di quanto mi scrivi riguardo alla tua antica proposta di "Adalia" come nome complessivo della nostra colonia africana, ma la mia memoria insiste nel dirmi che tu avevi suggerito a Crispi un altro nome o almeno ne avevi discorso con me. Non avendo qui atlanti o dizionari di geografia antica, non m'è possibile di riafferrare quel nome ma certamente ricordava quello della regione degli aromi. Il nome era però meno simpatico di Adalia ed è forse questa la ragione per cui Crispi diede la preferenza all'altro di "Colonia eritrea" insinuatogli dal tuo umile amico.

Scusami. Lo sciopero intellettuale, mezzo volontario e mezzo forzato in cui vivo e la conseguente noja, mi fanno talvolta disturbare le persone utilmente occupate, come tu sei. Ma tu rispondimi a tutto tuo agio e non rispondermi anche. Ti vorrà sempre bene il tuo Alberto P[isani] D[ossi]

La notizia, che mi hai tanto tardata, del matrimonio della tua figliola, me la dai ora triplicatamente lieta. Ed io e mia moglie facciamo a te, alla tua signora e agli sposi una triplice salve di felicitazioni.

1 f. doppio, mm 178 x 111, scritta la c.1rv



La Biblioteca Nazionale Braidense offre in lettura, a titolo di esempio, ai visitatori del sito la prima e l'ultima di un gruppo di lettere di Carlo Dossi, in massima parte inedite.

Trascrizioni a cura di Carla Giunchedi.


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