Avevo deciso, or son pochi mesi, di fare un giro nella Germania meridionale e sopratutto di percorrere tutto il Reno da Basilea a Rotterdam, visitando a passo a passo quel Vater Rhein (Babbo Reno ), che i tedeschi non possono nominare senza che il loro cuore batta più forte, e la fronte guardi più in alto; quel fiume che ha fatto tanti poeti, che fu macchiato da tanto sangue e che, toccando i due poli del sensibile e del soprasensibile, ha dato al nostro palato quel nettare d' oro che si chiama Vin del Reno, e ai nostri occhi quella meraviglia dell'arte, che è la Cattedrale di Colonia.
Avevo fatto la mia visita di congedo a tutte le belle signore e a tutte le belle signorine, che formavano il mio Olimpo estetico, e a tutte avevo chiesto i loro ordini. - Dieci furono le visite e dieci le commissioni. Una bionda figlia d'Arminio, esule dalla patria da molti anni, sospirando profondamente, mi aveva detto: - Mi porti una bottiglietta dell'acqua del mio fiume; del Vater Rhein!
Un'altra, milanese fino nel più profondo midollo della sua anima, sorridendo con benigna malizia, mi aveva pregato di portarle... la Cattedrale di Colonia.
Le altre otto, quasi si fossero date convegno, mi avevan tutte rivolte la stessa preghiera :
- Portatemi dell'Acqua di Colonia, della vera Acqua di Colonia, dell' Acqua di Colonia del Farina.
Partii sperando di esser più fortunato di un mio amico, che, partendo per l' India, aveva promesso a tutte quante le sue conoscenze femminili di portar loro una pelle di tigre; s'intende bene di una tigre uccisa da lui, e invece ne aveva potuto regalare una sola; perchè le pelli di tigre costano troppo. L'aveva comprata da un pellicciajo di Milano.
Io invece avrei portato alla tedesca la bottiglietta del Vater Rhein; alla milanese una fotografia della Cattedrale di Colonia, e alle altre otto dell' Acqua di Colonia; della vera, della genuina acqua del Farina. E mostrandomi con tutte cortesissimo e ubbidiente, non mi sarei rovinato.
Eppure: eppure non me lo crederete, ma io fui più infido del mio amico delle pelli di tigre. Statemi a sentire.
Appena fui a Colonia; appena ebbi ammirato colle ginocchia della mente inchine quel miracolo dell'arte gotica, che si chiama la Cattedrale e che è cento volte (me lo perdonino i milanesi) cento volte più bella del Duomo di Milano, benchè non sia di marmo; andai in cerca del Farina e della sua Acqua di Colonia. Avevo riservato a questa impresa un' ora prima della mia partenza, credendo che quel tempo fosse più che sufficiente. Eppure non era così: chiesi a una guardia di città dove abitava il Sig. Farina, ed egli, di rimando e subito:
- Ma quale Farina?
- Quello che fabbrica l' Acqua di Colonia.
- Ma di Farina ne abbiamo parecchi in questa città.
- Ma io voglio il vero Farina.
- Ah! allora, io credo che sia quello della Piazza...
Ringraziai, dirigendomi subito al luogo indicato.
Ma in quella piazza vi erano l'una di faccia all' altra due botteghe,
con grandi cartelloni, che dicevano: Farina - Vera Acqua di Colonia. -
Quale dei due era il vero ?
Guardavo or l' una, or l'altra delle fabbriche, cercando di leggere nei caratteri, nelle vetrine i caratteri del vero e del falso, del genuino e del contraffatto; ma più guardavo e meno capivo. Ero come un pendolo, che oscilla da destra a sinistra senza fermarsi mai. Ora mi dirigevo verso un Farina, or verso l' altro: e oscillavo, oscillavo, incerto e ridicolo più che mai. Pare che la mia oscillazione desse nell' occhio ad un signore molto ben vestito; perchè, avvicinandosi a me, mi disse :
- Lei forse sta cercando il vero Farina. Ebbene, io sono del paese e
glielo dico subito.
Nessuno di questi due è il legittimo
Farina. Il vero discendente e nipote dell' inventore dell' Acqua di Colonia
abita molto lontano di qua, nella Via......
Ringraziai e partii per la via indicatami. E vi giunsi; ma la bottega mi
parve così meschina, così deserta, che esitai ad entrarvi.
E di nuovo il mio pendolo incominciò ad oscillare, non più fra due
diversi Farina, ma fra un nipote di Farina, e un Farina X, che andavo cercando
da più di mezz' ora; il vero, il legittimo discendente, ecc. ecc.
La mia incertezza doveva leggersi sul mio volto, perchè una signora, che forse non era una signora, ridendomi in faccia con troppa confidenza, mi disse in un francese molto germanico:
- Fous cherchez le féritable Farina, n'est-ce bas?
- Oui, Madame.
- Et pien, le féritable Farina, der echte Farina, existe à Cologne
bartout et nulle bart. Le plus Farina de tous les Farina se troufe dans la Rue N. ...
Il est le frai descendant en ligne tiricte
de l' infenteur; les autres sont des cousins ou des lointains barents, ou n'ont
rien à faire afec Farina.
- Merci, madame, mille fois merci.
Guardai l' orologio; non mancava che un quarto d'ora alla partenza del
treno, Le mie valigie erano già alla stazione, ma io doveva ad ogni costo
comprare le otto bottiglie del vero Farina per le mie care milanesi. Presi una
carrozza e corsi al luogo indicatomi dalla signora non signora, che avevo
incontrato.
Giungo, trovo il numero, ma la bottega è chiusa e un piccolo cartello mi
dice: Chiuso per lutto di famiglia.
- Alla stazione! Alla stazione! Un buon trinkgeld se correte, se non mi fate perdere il treno.
E il treno non fu perduto, ma io rimasi convinto esser scritto lassù dove si vuole ciò che si puote, che io non avrei trovato mai il vero Farina, e che sarei ritornato colle mani vuote a Milano; proprio come il mio amico delle pelli di tigre.
Nel mio vagone trovai un viaggiatore francese, con cui aprii subito discorso, narrandogli la mia avventura farinesca; ed egli si mise a ridere ancora più forte della signora non signora, dicendomi che a Colonia vi sono almeno 20 Farina (forse esagerava un pochino) e che tutti pretendono di avere ereditato col sangue il segreto della famosa ricetta dell' inventore.
- Fatto sta - aggiungeva egli, - che tutti fanno delle buone Acque di Colonia, e che forse la migliore è quella che si fa in una bottega dirimpetto all'antico Farina, e siccome in tedesco dirimpetto si dice gegenüber, quest' acqua si chiama l' Acqua ...quot;gegenüber...quot;.
***
Intanto però, compiuto il mio giro, ritornai a Milano senz'Acqua di Colonia, e non osavo farmi vivo alle mie amiche. La fotografia della Cattedrale c'era; c'era anche la bottiglietta del Vater Rhein, ma d'acqua di Farina non una goccia.
Allora pensai di provare l' Acqua Colonia Orientale fatta a Milano, e ne comprai subito otto bottiglie, e portandole alle mie amiche dissi loro :
- Farina era un italiano, e a Colonia portò il segreto della sua acqua meravigliosa e profumatissima, che fece il giro del mondo. Oggi, compiuto il giro, l' Acqua di Colonia è ritornata donde venne alla sua madre antica, dopo essersi arricchita di tutti i profumi dell'Oriente.
Anche l'Acqua di Colonia è un ricorso di Vico; anch' essa come Colombo, per le vie d' Occidente trovò l' Oriente e ritornò donde nacque.
PAOLO MANTEGAZZA.