Legatura romana a placchetta (Canevari), eseguita verso il 1545 da Niccolò Franzese
PIETRO BEMBO, Epistolarum Leonis decimi pontificis max. nomine scriptarum libri sexdecim
Lyon: Denis de Harsy, Eredi di Simon Vincent, 1538 8o
Dimensioni della legatura: mm 170 x 115 x 31
Provenienza: Giovanni Battista Grimaldi; Bartolomeo Galesi (nota ms. sul v. del piatto ant.)

Marocchino nero su cartone, decorato a secco, in oro ed a mosaico. Una cornice a secco di filetti delimita una cornice di doppi filetti in oro ornata con piccoli ferri pieni di volute fogliate. Quattro gigli accantonati esterni. Nello specchio, una placchetta centrale (51 x 58 mm), disposta orizzontalmente, colorata, raffigura il monte Parnaso in verde, la biga e le vesti del dio Apollo in oro, il cavallo alato Pegaso, in nero. È circondata da una iscrizione in lingua greca impressa con singole lettere ORTHOS KAI ME LOXIOS. Nella parte superiore dei piatti, il nome dell'Autore PETRI BEMBI ed il titolo dell'opera EP(ISTOLARUM) LE(ONIS). Sopra e sotto la placchetta, ferri e composizioni di piccoli ferri pieni, fogliati ed agli angoli inferiori, doppie volute fogliate. Dorso a tre nervi rilevati e a quattro nervi simulati. Capitelli azzurri e arancioni. Tagli dorati. Le carte di guardia anteriore e posteriore presentano una filigrana: stella sopra un cerchio con triplo fiore.
Questa notissima legatura romana a placchetta, un tempo nota come "Canevari" dal nome del presunto committente, il medico genovese di Papa Urbano VII, Demetrio Canevari (1559-1625), rientra tra le 144 a tutt'oggi riconosciute autentiche. Esse sono opera di tre noti legatori vaticani del Rinascimento italiano: Mastro Luigi, Marcantonio Guillery e Niccolò Franzese, quest'ultimo esecutore della legatura qui presentata, una delle 39 censite da A.R.A. Hobson. Originario di Reims (Francia del Nord-Est), è presente a Roma nel censimento del 1526-27. Dal 1537 compare nei conti della Cancelleria pontificia come libraio. La sua attività è molto intensa e si prolunga per oltre trent'anni fino al 1570-71, anno in cui muore. Il committente di questo volume, Giovanni Battista Grimaldi (1524 ca.-1612), nato in una famiglia di banchieri genovesi, crea tra il 1540 ed il 1550 una biblioteca, grazie al suo amico e confidente Claudio Tolomei (padre spirituale della biblioteca e probabile autore dell'impresa di Apollo e Pegaso), per la sua villa fuori le mura di Genova, costruita negli anni 1550-1557: qui sono stati verosimilmente custoditi questi volumi a placchetta. La varietà degli argomenti dei volumi che compongono questa biblioteca è rispecchiata nei vari colori del cuoio utilizzato per le legature, che cambiano a seconda del contenuto: marocchino scuro, marrone, verde o nero per le opere in latino, rosso per le opere moderne, in italiano e spagnolo. La placchetta di forma ellittica, ad imitazione di un cammeo antico, rappresenta Apollo che guida il carro del sole verso la cima del monte Parnaso dove lo attende Pegaso, il cavallo alato. L'iscrizione in greco ORTHOS KAI ME LOXIOS invita ad affrontare la vetta per la via più diretta, anche se più difficile. Contrariamente alle legature romane di quel periodo, le "Canevari" non possiedono legacci. Cinque altri manufatti eseguiti da Niccolò Franzese sono custoditi in Braidense. Questo genere di legatura è stato in passato oggetto di particolare attenzione da parte dei falsari.